Questo romanzo di Dante Maffia è una delle prove migliori della sua produzione creativa e uno dei romanzi più equilibrati e ben scritti di questi anni. È un affresco di ciò che accade in un piccolo paese dell’Alto Jonio cosentino (la zona che Zanotti-Bianco e Isnardi chiamarono “penisoletta” e “Cenerentola”) a cominciare dalla metà degli anni quaranta e fino ai giorni nostri. Alla narrazione incalzante e a episodi di agili capitoli fa da “coro” un gruppo di giocatori di tressette che commenta ad alta voce le vicende del paese. La narrazione degli eventi ed il “coro” si fondono in equilibrio dando una misura “responsoriale” alla precisione e al nitore della pagina, restituendo anche un repertorio di costumi e di usi, di mentalità e di speranze, di mondi raffigurati e possibili, che è la stoffa migliore del nostro romanzo attuale. In questo lavoro Maffia fa tesoro della grande tradizione “verista” e di molti temi cari al meridionalismo, senza però cadere nello sciatto naturalismo che affligge la maggior parte dei romanzi dei nostri giorni.
Dante MaffiaMonte SardoRubbettino Soveria, Mannelli (CZ) 2014, pp. 272, 16 euro
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