Roma, una Roma fangosa, umida, piena di macerie e non soltanto quelle della storia. Scene di una città che è lo specchio di un paese alla deriva, provato da anni di dimenticanza e di abbandono, che sembra aver perso la luce. Così nelle prime pagine di Notte a Stromboli, mentre Sandro Sarti, giornalista maturo, imbocca il Raccordo anulare e si allontana dalla capitale facendo e pensando quello che a volte molti giornalisti maturi pensano: «Accese la radio, vi infilò il cd dei Pink Floyd, A Momentary Lapse of Reason, e giurò a se stesso con severità che, qualunque cosa fosse accaduta nel mondo da quella notte in poi, non avrebbe più dovuto riguardarlo, se non incidentalmente». Ne sa qualcosa l’autore, Antonio Prestifilippo, giornalista di lunga esperienza, che forse racconta in questo romanzo intenso molto della sua storia personale, e della storia collettiva.È una fuga, quella di Sandro, il protagonista, che lascia il giornale, un grande quotidiano nazionale. Lascia Roma e un settore in crisi come quello dei giornali sul quale pesa la scure dei prepensionamenti. Prende così un anno sabbatico di aspettativa e viaggia verso il passato, o meglio verso Caposilvo: «un paesino, anzi un borgo, alla fine di un piccolo promontorio sulla costa tirrenica siciliana tra Messina e Palermo. Il mare é molto bello: fai il bagno guardando le isole Eolie che stanno lì di fronte». Ma la strada sarà lunga e simbolica, tanto che addiritturà verrà segnata da una nuova tragedia familiare. Sarà sull’orlo di quella disperazione che il cinico e svuotato Sarti ritroverà un sentimento, contrastato ma almeno capace di smuovere le sue viscere ossidate dall’indifferenza e affogate nel whisky di cattiva qualità.
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ANTONIO PRESTIFILIPPO, Notte a Stromboli, A. Siciliano Editore, Messina 2012, pp. 260, 18 euro
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