Un “noir” giudiziario all’ombra del Vesuvio

Napoli si tinge sempre più di noir, letterariamente parlando. La città evidentemente spinge e sostiene la vena degli autori. Ora è la volta di un giovane avvocato penalista, Francesco Mario Passaro, alla sua prima esperienza con la scrittura. Attesa di giudizio è un’opera che vuole trascendere i confini lineari del romanzo e si muove tra i generi, senza mai perdere di vista l’essenzialità del racconto. Trasfigurata l’esperienza legale in sensibilità narrativa, l’autore svela intrighi e retroscena di un processo, fotografa abitudini di imputati e difensori, accompagnando il lettore tra paure e remore della psiche umana, che sfiora radici psicologiche e romantiche, in cui ogni personaggio pare ghermito dall’attesa. Ed è proprio di attese che racconta il romanzo nella cronistoria di un doppio processo. Il primo giuridico, l’altro mentale. Entrambi legati alla paralisi emotiva. Sullo sfondo una Napoli amara, che aspetta che le cose si aggiustino da sole, gorgogliando nel frattempo un esuberante scompiglio morale.

Francesco Mario Passaro, Attesa di giudizioIris 4 edizioni, Roma 2013pp. 144 13,50 euro

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