È un ritorno con il botto quello dell’ispettore Chen Cao, l’incorruttibile “poliziotto gourmet” e gran ghiottone di Shangai, alle prese con il caso più difficile e complicato della sua carriera. Da anni in bilico tra il senso del dovere e la fedeltà verso il partito, impegnato a dirigere un dipartimento di polizia che da sempre si occupa dei casi di corruzione interna e del marcio che continua ad affiorare tra i dirigenti della nuova Cina, improvvisamente Chen Cao si ritrova promosso a direttore del comitato per la riforma del sistema legale. Una promozione che puzza tanto di rimozione, per allontanarlo dal suo ufficio e toglierlo dalla circolazione per qualche oscuro motivo, dato che in questo momento non si sta occupando di nessun caso bollente, di quelli che di solito gettano nel panico gli alti gradi del partito. A gettare benzina sul fuoco provvede qualcuno che sta tramando anche per screditarlo all’interno del partito ed espellerlo dalla polizia, coinvolgendolo in uno scandalo di natura sessuale per dimostrare che l’incorruttibile è a sua volta un corrotto. Una tattica utilizzata spesso nella nuova Cina per gettare fango sugli avversari politici ed eliminarli dalla scena. In un Paese in cui la corruzione dilaga, ma nel quale i vertici continuano a cercare di dimostrare che i funzionari del partito siano ancora incorruttibili e al servizio del popolo non sono rari, infatti, i casi di funzionari allontanati in seguito a uno scandalo pubblico. Sfuggito per un soffio a una retata della buoncostume in una casa chiusa di lusso, dove era stato attirato con la scusa di presentare una traduzione di Elliot, poeta a lui caro, Chen si trova a dover combattere contro il tempo per cercare di capire chi vuole a tutti i costi la sua testa. Un incontro fortuito nel cimitero di Suzhou con una giovane e avvenente cortigiana, che lo contatta per avere notizie su una potenziale rivale in amore che sta cercando di strappargli il suo protettore, sembra regalargli una pista da cui partire in un caso che unisce corruzione, avidità di potere e una serie di sparizioni inspiegabili. Dietro alla complicata trama sembra esserci un principe rosso, un potente esponente del partito che per ragioni ancora sconosciute vuole eliminarlo definitivamente dalla scena. È l’inizio di una lunga discesa agli inferi per Chen, che deve sfuggire ai controlli dei servizi di sicurezza e guardarsi alle spalle per evitare nuove imboscate, dopo che il suo autista è saltato in aria con l’automobile, e nel contempo far luce su questa catena di sparizioni e di delitti. Tutti quelli che hanno avuto a che fare con la morte di un cittadino americano, inizialmente etichettata come decesso per coma etilico, iniziano a scomparire nel nulla; la concubina che lo aveva contattato viene ritrovata assassinata nel suo appartamento e come se non bastasse Liang, un imprenditore coinvolto in uno scandalo di bustarelle per gli appalti dell’alta velocità, svanisce per poi essere ritrovato sepolto in un cantiere. Troppi enigmi senza senso tutti in una volta sola: per risolverli Chen ricorre ai suoi vecchi collaboratori, che in incognito cercano di aiutarlo tra una citazione poetica, un piatto di tagliolini e una serie di personaggi tutti da scoprire.
Qu XiaolingIl Principe RossoMarsilio editore, Venezia 2016, pp. 376, 18.50 euro
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