Una “vecchia fiamma” rimasta dietro il Muro

Tra gli scrittori russi più brillanti della seconda metà del Novecento, Sergej Dovlatov è stato l’archetipo dell’esule ribelle, ma soprattutto dotato di una fortissima autoironia. Con La filiale Dovlatov dimostra ancora una volta come si può ridere di noi stessi. Siamo nel 1981 e l’azione prende avvio dal Cultural Center for Soviet Refugees di New York, in cui il protagonista, un rifugiato fuggito dal blocco sovietico, lavora facendo il giornalista in una radio che trasmette, o almeno cerca di farlo, nei Paesi comunisti. Improvvisamente, nel mezzo del tran tran quotidiano, viene inviato a Los Angeles dove si terrà un convegno di scrittori emigrati per scrivere un reportage. In un assurdo di situazioni paradossali, per un strana ironia incontrerà Tasja, la sua vecchia fiamma mai più rivista dagli anni Sessanta.

___________

S. DOVLATOV, La filiale, Sellerio, Palermo, 2010, pp. 209, 12 euro

© RIPRODUZIONE RISERVATA