Libri
Giovedì 02 Novembre 2017
Un’apologia surreale tra ironia e nostalgia
Finalmene tradotto il “gioiello” di Echenoz
Per la prima volta tradotto in italiano, questo sorprendente racconto colmo di grazia e ironia, lirico e dai toni quasi surreali, è stato salutato fin dal suo primo apparire, sul finire degli anni Ottanta per le storiche Èdition de minuit, come un insolito capolavoro capace di oscurare con magistrale e sibillino fulgore fiumi di letteratura contemporanea.
Lo spunto narrativo è conciso quanto efficace. Un’esorbitante affresco dipinto sul muro di un palazzo parigino in cui appare sorridente dentro quindici metri di abito blu mentre offre un flacone di profumo Piver, Forbil, è tutto quel che rimane di Sylvie Fabre, bruciata con la mobilia e le fotografie che la ritraggono nel rovinoso incendio della sua abitazione.
A questa precaria e iridescente immagine pubblicitaria, minacciata dal rinnovamento edilizio nonché offesa dal sottostante degrado urbano, tornano con assiduità il marito e il figlio Paul per onorare e mantenere viva a loro eccentrico modo la memoria della defunta.
Una scommessa ostinata, avventurosamente quanto vanamente condotta contro l’inevitabile crescere del piano di occupazione del suolo che cancellerà le preziose vestigia ma non l’acribia dei due superstiti, installati in un nuovissimo monolocale appena sotto gli occhi di Sylvie, «due lampade cieche dietro il muro di destra», intenti a raschiarne perfino la dura materia pur di aprirsi un’ultima breccia verso la moglie e la madre perduta. Apologo esemplare attorno alle geniali invenzioni della nostalgia alle prese con l’irrimediabile, sostenuto da una prosa evocativa e traslucida, punteggiata di arditezze stilistiche, questa manciata di pagine offre un memorabile assaggio delle qualità che ritroveremo nei successivi romanzi del celebre scrittore francese.
Un piccolo, smagliante gioiello che ha generato un’infinità di commenti entusiasti, eletto per il continuo riverbero dei sensi nascosti e il misterioso nitore a paradigma del racconto perfetto. Un tassello immancabile nella libreria degli amanti di Jean Echenoz e dell’arte della parola tout court.
Jean Echenoz
L’occupazione del suolo
Galaad, Giulianova 2017, pp. 40, 8 euro
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