(Ore 14) Il bilancio 2015 è stato approvato con il 99,7 per cento dei voti favorevoli (35mila i votanti complessivi); 75 i contrari e una trentina gli astenuti.
(ore 12 e 30) Gli interventi (pochi quelli dei soci lodigiani) si sono chiusi attorno alle 12.30. Pochi quelli apertamente contrari al management, in linea peraltro con la storia delle assemblee del Banco. Critiche sono piovute sulla Bce. Non sono mancati interventi folcloristici o al limite della credibilità, altro segno distintivo - purtroppo - delle assisi delle popolari. Il clima, comunque, è stato tutt’altro che teso.
Alle 12.20 l’assemblea ha raggiunto il picco delle presenze: a Lodi, Verona e Lucca erano rappresentanti 41.400 soci (fisicamente o tramite delega), i soci presenti fisicamente erano 7.200. A Lodi i voti hanno raggiunto quota 19.500 con 3.200 soci presenti fisicamente.
(Ore 11 e 30) Seduto in prima fila in platea nella sala che ospita l’assemblea, anche il vice segretario del Pd Lorenzo Guerini, già sindaco di Lodi per tre anni. Guerini ha precisato di essere all’assemblea del Banco in quanto socio «con qualche centinaia di euro di azioni». «Dopo la riforma delle popolari, che avevano come obiettivo il rafforzamento del sistema bancario italiano, l’indicazione di una possibile fusione la guardiamo positivamente», ha dichiarato Guerini.
«Guardiamo con rispetto alle scelte di tutti e non interferiamo», ha aggiunto sottolineando che le scelte sull’aggregazione Banco-Bpm «spettano all’assemblea, al management e al mercato».
Ma è chiaro che sull’operazione c’è «un’attenzione significativa», considerato che il governo «ha interesse a rafforzare il sistema bancario»
A caldeggiare l’operazione sono intervenuti anche numerosi piccoli soci. Intorno alle 11.00 l’assemblea registrava circa 6mila presenze fisiche, in rappresentanza (in proprio o per delega) di circa 33mila voti.
(Ore 10 e 30) Attorno alle 9.30 l’amministratore delegato Pierfrancesco Saviotti ha preso la parola per illustrare il bilancio 2015. L’attenzione della platea e del pubblico era ovviamente tutta per quanto avrebbe detto in merito alla fusione con la Banca Popolare di Milano. Molto spazio è stato dedicato da Saviotti al tema dei crediti deteriorati, il cui valore nominale è di 14,7 miliardi, in diminuzione del 4,7 per cento nel 2015. Il flusso di ingresso di nuovi crediti deteriorati nel 2015 è calato del 66 per cento, definito da Saviotti “significativo”. Saviotti ha confermato per il 2016 la previsione di vendere pacchetti di crediti deteriorati per almeno 600/700 milioni. “Lo dobbiamo fare il più presto possibile perché i nostri vigilanti della Bce ci chiedono di correre. Lo stesso Draghi però ha detto che per gestire i crediti deteriorati ci vogliono anni”.
In chiusura, il riferimento all’oggi e soprattutto al domani. “Siamo una banca sana, viva e solida – le parole dell’Ad sottolineate dall’applauso della sala – e sono contento di come è andato il 2015. Pensiamo al futuro per una crescita costante e ordinata, una crescita che abbiamo pensato di continuare in coppia con un soggetto sano e robusto. Il progetto di aggregazione con la Banca Popolare di Milano è visto con favore dal mercato ma ha qualche ostacolo posto dalla vigilanza europea, che ha un approccio all’operazione non facilmente comprensibile. Ci stiamo avvicinando però sempre più alle richieste della vigilanza europea ed è dunque ragionevole che arriveremo a una felice conclusione. Si dice che se son rose fioriranno, mi sento di dire che la fioritura arriverà e in tempi ragionevolmente brevi”.
(ore 10) Incitamento corale dei sindaci dei territori del Banco Popolare a spingere sul progetto di aggregazione con la milanese Bpm, dopo i rallentamenti intervenuti. In avvio dell’assemblea di bilancio a Lodi, hanno preso subito la parola i sindaci di Lodi, Novara e Verona. «Oggi - ha rilevato con rammarico il sindaco di Verona Flavio Tosi - poteva essere la giornata in cui si festeggiava la fusione. Però bisogna continuare a guardare con ottimismo. Credo che gli organi dirigenti stiano lavorando all’unisono a un progetto valido per i territori».
Tosi ha invitato a guardare con ottimismo anche all’Ue, che dovrà dare il via libera alla fusione dopo aver posto alcuni ‘paletti’, grazie all’endorsement di ieri del governo a favore delle nozze Banco-Bpm. «E’ importante che il governo sia a fianco delle banche di questi territori in questa partita. Perché è importante che da parte della Bce non si rischi di essere più realisti del re, ponendo regole che possono essere anche ostacoli. Ma gli effetti di questa aggregazione daranno vantaggi a tutte e due le compagini e a tutti i territori che rappresentano», ha affermato
«Sono ottimista - ha proseguito Tosi - che questo confronto che stanno portando avanti le due banche con il governo in sede europea e di Bce arrivi al risultato sperato. Una marcia indietro sarebbe un errore colossale per il sistema bancario italiano e anche per quello europeo. Creare il terzo polo bancario significa dare solidità e risposte certe ai territori, che hanno bisogno di affidamenti. Quindi siamo ottimisti per un esito positivo della trattativa. In bocca al lupo»
(ore 9) Si è aperta attorno alle 8.30 di questa mattina l’assemblea dei soci del Banco Popolare, ospitata a Lodi nel polo fieristico e collegata a distanza in videoconferenza con Verona e Lucca. L’afflusso dei soci, complice la bella giornata, è massiccio, regolato all’esterno dalla Fiera dalla polizia locale. Alle 9.15 i voti presenti a Lodi, Verona e Lucca erano circa 12mila, mentre i soci presenti fisicamente nei tre poli erano circa 2400. In prima fila, a Lodi, il commissario della Banca centrale europea Ilze Rainska, per la quale è stata predisposta la traduzione simultanea. La presenza del commissario europeo a Lodi è spiegata dal percorso di fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano, finito da tempo sotto la lente di osservazione delle autorità di Francoforte. Il commissario è affiancato, in platea, da Maurizio Faroni, direttore generale del Banco Popolare e responsabile per l’area finanziaria. Atteso alla Fiera di Lodi anche l’onorevole Lorenzo Guerini, vice segretario nazionale del Partito democratico. Ieri sera è arrivato l’incoraggiamento alla fusione tra Banco e Bpm da parte del ministro dell’Economia Piercarlo Padoan, che ha parlato in accordo con il premier Matteo Renzi.
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