Una Pasquetta da “sporcaccioni”, anche per quest’anno. Gli ecofurbetti hanno approfittato del giorno di festa per organizzare picnic nelle oasi verdi del territorio, lasciando ovunque un “ricordo”. Nemmeno la città del Barbarossa è uscita indenne dall’assalto, oltre ai sacchetti stracolmi di immondizia lasciati a fianco dei cassonetti, infatti, c’è chi ha approfittato della tranquillità delle festività per abbandonare i rifiuti sul ciglio della strada.
Alla Martinetta, per esempio, hanno scaricato un vero e proprio studio: tv, stampante, una sedia e un armadio con mensole, tra i resti c’è pure una coperta. A questo punto mancherebbe solo un pc, che però potrebbe essere disperso nei dintorni.
Il parco del Belgiardino, per questa volta, ha scampato il pericolo: ripulito dalla sporcizia che per più di una settimana ha insozzato l’area destinata ai picnic e individuata il mese scorso, chi ha trascorso la Pasqua in riva all’Adda ha preferito evitare di lasciare il segno.
In compenso, c’è chi si è sbarazzato di un frigorifero in via Torino. In fondo alla strada, però, ieri una ruspa si è messa al lavoro per distruggere la “collinetta” di rifiuti che separa la carreggiata da un campo. A Lodi, dopo i pranzi e le cene degli ultimi giorni, i sacchetti di plastica hanno invaso le zone dei cassonetti in via Defendente, dove l’Astem per fortuna è subito intervenuta. Anche se in modo più contenuto, pure viale Piave ha dovuto fare i conti con una mole di sporcizia fuori dall’ordinario.
Solo nel capoluogo, il costo della differenziata “andata a male”, dagli ingombranti lasciati per la città a quelli depositati vicino ai cassonetti, ammonta a più di centomila euro. Una cifra da capogiro, necessaria per far fronte agli operai e ai mezzi in servizio per togliere di mezzo il problema.
Come sempre, a pagare il prezzo più alto è il fiume: l’Adda nei giorni di sole attira forestieri e lodigiani, famiglie e grandi compagnie. Alla sera, però, sulle sue rive è facile ritrovare avanzi di cibo e bottiglie.
Il Casellario, nel comune di Corte Palasio, è una delle mete preferite per i suoi scorci e il suo silenzio. Peccato che la Pasquetta abbia lasciato in regalo una montagna di sacchetti, tutti raccolti uno sopra l’altro vicino ai cassonetti. Nessuno ha pensato di portarsi a casa bottiglie di birra e piatti di plastica, nonostante il bidone fosse stracolmo si è preferito lasciare tutto per terra. Nel frattempo, nessuno è passato a pulire.
Sulla strada che porta a Boffalora, dietro alla cava, c’è ancora il cumulo di rifiuti semi-carbonizzato che aveva preso fuoco qualche tempo fa. Se si procede lungo il piccolo sentiero che porta allo spiazzo verde, in passato utilizzato per i rave party, il panorama è molto diverso rispetto al passato: non c’è più il desolante tappeto di rifiuti, ma fanno comunque capolino dei grossi sacchi di immondizia.
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