A picco i mutui, casa addio

I lodigiani preferiscono stare alla larga dal mutuo: le richieste hanno subito un crollo. Da una parte le banche sono troppo prudenti nel concedere finanziamenti, dall’altra le famiglie non si lanciano in nuovi investimenti.

Alla fine dell’anno scorso, nel periodo luglio-settembre, in provincia sono stati erogati 24,6 milioni di euro per consentire l’acquisto di un’abitazione, il 60,48 per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 2011. Non era andata affatto meglio nel trimestre precedente, quando il volume ha subito un calo del 50,26 per cento. «Gli istituti di credito confermano che le richieste di mutui sono in calo - afferma Stefano Bordoni, consulente del gruppo Tecnocasa -, a livello nazionale si parla di -42 per cento. Questo è un settore condizionato dal contesto politico nazionale ed europeo. Per il futuro saranno determinanti le iniziative a favore dello sviluppo, il reddito delle famiglie e il clima di fiducia». Oggi la maggior parte di chi accende un mutuo ha un’età compresa tra 30 e 50 anni e preferisce un tasso variabile. Le surroghe, che in passato rappresentavano una parte rilevante, oggi sono pari all’1 per cento. I dati fanno parte di uno studio elaborato da Tecnocasa, gli esperti del gruppo ieri hanno presentato la ricerca sulla seconda metà del 2012 in un incontro con gli esperti del settore.

In particolare, Riccardo Gandini, team manager, ha ricordato che Tecnocasa oggi conta 3.300 agenzie affiliate, 12mila professionisti in 10 Paesi; le agenzie presenti in Lombardia sono 450, di cui 4 nel Lodigiano.

Andrea Painini, consulente del gruppo, ha spiegato che nel secondo semestre dell’anno scorso i prezzi nella città del Barbarossa sono scesi del 10 per cento, nessuno dei capoluoghi lombardi ha chiuso l’anno con il segno più. «Le compravendite in città sono calate del 19,3 per cento - ha detto Painini -, si sono fermate a 403, un dato che arriva dall’Agenzia del territorio, mentre in provincia sono diminuite del 33,5 per cento, per un totale di 1.437. Il 34,2 per cento dei lodigiani può spendere una cifra che va da 120 a 129mila euro, una percentuale che a livello nazionale scende al 30 per cento. Il 27 per cento dei lodigiani, invece, ha una disponibilità di spesa fino a 119mila euro». Chi può permettersi cifre tra i 350mila e i 474mila euro è solo il 3,8 per cento dei residenti del capoluogo, poi c’è l’1,7 per cento che può addirittura sborsare più di 475mila euro.

L’offerta di immobili nel Lodigiano è composta per il 50,6 per cento di trilocali, la tipologia più richiesta dagli acquirenti, una situazione che rispecchia grosso modo l’andamento in città; il 33 per cento degli edifici è costituito dai bilocali, a cui segue il 13,9 per cento composto da quattro locali e un 2,5 per cento di monolocali.

Alla fine dell’incontro sono intervenuti il consigliere della Bcc Laudense Giuseppe Fontana e il notaio di Lodi Piercarlo Mattea. Il primo ha sottolineato come per gli stranieri sia più difficile accedere al mercato e ha osservato che l’usato e le riqualificazioni possono comunque rappresentare uno spunto interessante in tempi di crisi. Il secondo ha evidenziato quanto sia fondamentale un approccio etico non solo tra i clienti ma tra i diversi soggetti del settore immobiliare, nel rispetto dei ruoli.

Greta Boni

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