A rischio la Camera di commercio
Il Lodigiano potrebbe perdere un altro pezzo
Dopo la Provincia, il Lodigiano rischia di perdere anche la Camera di commercio. Per il momento si tratta solo di una prospettiva, visto che il decreto di riorganizzazione delle Province nulla dice circa il destino degli enti camerali. Ma da qualche settimana ormai circolano in maniera insistente indiscrezioni sulla perdita di autonomia della Camera di commercio lodigiana, che passerebbe attraverso un percorso di autoriforma delle Camere a livello nazionale, salvo poi essere formalmente definita da una nuova legge.
Il presidente della Camera di commercio di Lodi, Alessandro Zucchetti, conferma che è in corso un dialogo tra il presidente nazionale di Unioncamere e il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera circa il riordino degli enti camerali su base nazionale. Per il momento il parametro di riferimento per il mantenimento dell’autonomia delle singole Camere di commercio pare essere quello dell’equilibrio economico. Non tanto inteso nel senso di avere conti in ordine e senza “buchi”, quanto di avere un determinato rapporto fra il totale delle entrate derivanti dalle quote pagate ogni anno dalle imprese e i costi fissi di gestione delle singole Camere di commercio, legati principalmente al personale. E così può capitare che Camere di commercio con i conti in ordine (come quella di Lodi), abbiano però un rapporto tra entrate annuali e costi fissi piuttosto elevato a causa del risicato numero di aziende iscritte.
A far temere per il futuro della Camera di commercio di Lodi è poi un altro elemento, che al momento non sarebbe oggetto del confronto tra Unioncamere e governo, ma che rappresenta una sorta di “stella polare” nel mondo camerale. Da anni si ritiene che una Camera di commercio non debba avere meno di 40mila aziende iscritte. Un numero decisamente superiore rispetto a quella di Lodi, che conta circa 16mila aziende e una trentina di dipendenti. E dunque il percorso di autoriforma del sistema camerale italiano potrebbe tenere come punto fermo anche quello delle dimensioni.
Il presidente Zucchetti, pur mantenendo un atteggiamento prudente («il quadro si dovrebbe chiarire entro una decina di mesi», dice), non nasconde la preoccupazione. «Le prospettive sulla sopravvivenza della Camera di commercio di Lodi sono molto critiche - spiega - siamo molto al di sotto delle 40mila aziende iscritte, un parametro che da anni viene considerato un punto di riferimento. Inoltre abbiamo 16mila aziende iscritte e dunque poche entrate rispetto ad altre Camere. E non abbiamo nemmeno aumentato il diritto camerale annuo (la cifra che ogni anno ogni azienda deve versare, ndr). A fronte di tutto ciò le spese fisse di gestione della nostra Camera di commercio incidono percentualmente in maniera più significativa rispetto a Camere molto più grandi di noi. Il tutto nonostante la Camera di commercio di Lodi abbia un bilancio in ordine, senza ombre. Non solo, ma nel 2012 abbiamo investito circa 1 milione e 300mila euro per lo sviluppo economico del Lodigiano».
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