Addio al coach degli Old Rags
L’allenatore della squadra di baseball, papà di Riccardo, campione d’Italia,
era caduto in campo
l’1 giugno scorso
Uno buono, intelligente, educato. Uno che non ha mai litigato con un arbitro in vita sua. Eppure la morte se l’è portato via a soli 57 anni. Enrico Suardi, coach degli Old Rags, se n’è andato ieri mattina, in seguito a una banale caduta sul campo da baseball della Faustina. Proprio durante la partita contro il Sannazzaro de’ Burgondi dove lui abitava. Suardi ha seguito gli Old Rags come dirigente accompagnatore per almeno 15 anni. Il figlio Riccardo, infatti, era uno dei giocatori di punta della squadra, ricevitore ed esterno, passato poi al San Marino dove ha vinto due campionati e 2 coppe dei campioni. L’1 giugno, mentre comunicava una sostituzione, in campo, è banalmente scivolato nel dugout avversario, il primo di tre normali gradini. “Non so nemmeno io come abbia fatto”, aveva detto agli amici. Ma cadendo con il peso all’indietro si era fratturato il bacino. Trasportato all’ospedale di Lodi, dove è rimasto per una settimana, è stato poi dimesso a casa e dotato di un letto particolare. Tutto andava bene, fino a quando, mercoledì sera, l’allenatore si è accorto che faceva un po’ fatica a respirare ed è andato incontro a una crisi. Sul posto sono intervenuti subito i mezzi di soccorso, poi l’uomo è stato trasferito d’urgenza all’ospedale di Pavia, ma non ce l’ha fatta. Ieri mattina, intorno alle 13, è arrivata la drammatica notizia del decesso. Il dubbio è che, nonostante fosse sotto terapia antitrombotica, una trombosi gli abbia tolto la vita. Al momento però è solo un’ipotesi e non è escluso che sia disposta un’autopsia.
«Siamo tutti sottosopra - commenta il direttore sportivo degli Old Rags Ciccio Roda -. Era una persona intelligente, educata, è sempre stato qua con noi, anche quando il figlio, a soli 16 anni, è passato in serie A, diventando campione d’Italia. Lui ha sempre dato la sua collaborazione. Dopo aver fatto il secondo allenatore per almeno 15 anni, l’anno scorso e quest’anno era diventato il primo. Cercava sempre di smussare tutti gli angoli. Non creava mai problemi. Era eccezionale. Un conoscitore del gioco, uno che anche quando era aiuto non cercava mai di portare via il posto all’allenatore. Era sempre animato da un grande spirito collaborativo». Lavorava in raffineria a Sannazzaro, ma la sua passione per il baseball l’ha sempre portato a macinare chilometri verso Lodi. «Mi scusi se ho il magone - interviene il presidente Carlo Degli Esposti -, sto parlando con i giocatori adesso e sono tutti qua che piangono. Suardi era un pezzo di pane, mi sento come se avessi perso un parente. Era sempre qua vicino a noi, costantemente disponibile. È una cosa che nessuno si poteva immaginare.Cadendo così da un gradino e poi quello che è successo dopo. Un’assurdità».
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