La voglia di vivere traspariva dai suoi larghi occhi chiari. Il bel sorriso di Elena Sansoni, sempre in ottima forma, arzilla e intraprendente, rivivrà nel ricordo di quanti le hanno voluto bene. Oggi, per tutto il giorno, la sua salma sarà a disposizione di quanti vorranno darle l’ultimo saluto, nella camera ardente dell’istituto Santa Savina, in via Marsala. I funerali, invece, saranno celebrati, ma in forma riservata domani mattina, poi la salma riposerà nel cimitero di Riolo. «Non è una mancanza di rispetto verso le numerosissime persone che in questi giorni sono state vicine a noi - spiegano la mamma Carla Bertocchi e il papà Carlo Andrea Sansoni -; vogliamo solo avere un momento diverso per stare con nostra figlia per l’ultima volta». Elena oggi avrebbe compiuto 25 anni. Sabato mattina, invece, è morta all’improvviso, mentre si recava al lavoro: è finita con l’auto aziendale sotto un tir, in prossimità del casello autostradale e tutti i tentativi di salvarla sono risultati inutili. Ieri i genitori hanno proceduto al riconoscimento della salma. «Abbiamo vissuto questi tre giorni in un limbo - dice la mamma -. Vorremmo ringraziare tutti. Le manifestazioni di solidarietà e affetto, in questi giorni, sono state continue. Elena voleva fare tutto. Era molto impegnata, voleva qualificarsi e diventare autonoma e stava riuscendo a concretizzare i suoi progetti. È difficile capire. Prevale in me il ricordo della sua intraprendenza, i suoi ritmi forsennati. Ma perché è successo questo?».
In questi giorni si sono susseguite le telefonate e le visite, nella casa di viale Pavia. Un ringraziamento nei confronti di Aurelio Triscari, direttore delle lavanderie Cipelli di Borghetto, dove Elena lavorava, sono arrivate dal papà Carlo Andrea. «Gli sono davvero riconoscente - commenta - per le belle parole che ha rivolto a mia figlia. Ha descritto in pieno la personalità di mia figlia. Elena era una persona piena di vita. La manifestava con gli occhi. Era molto solare. S’impegnava con tutta se stessa, voleva andare avanti. Ha fatto tutto quello ci aspettavamo. Il lavoro era la sua preoccupazione principale; vi si dedicava anima e corpo. Nei rari momenti di tempo libero faceva quello che fanno le ragazze della sua età, usciva con gli amici, soprattutto quelli di Crema. Domani saranno presenti al funerale. Condivideva interiormente i sentimenti degli altri». Per il suo compleanno odierno il papà aveva previsto qualcosa di speciale. Ma non se la sente di dirlo agli altri. «È una cosa - ammette - che riguardava solo noi due». Elena era, oltre che una figlia, una nipote speciale. «Era una ragazza estroversa - ricorda la zia -, sempre molto vivace, intraprendente, capace di fare, proprio una bella persona». Sia dentro che fuori.
Cristina Vercellone
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