Aggredita dal “branco” dopo la scuola
15enne del Bassi circondata da venti ragazze e presa a calci
Aggredita dopo la scuola da un “branco” di ragazze inferocite, presa a calci e trascinata a terra per i capelli; il tutto sotto lo sguardo indifferente di molti passanti. È quello che ha dovuto subire venerdì scorso una 15enne di Secugnago, studentessa al secondo anno dell’istituto tecnico Bassi. Solo l’intervento di una sua professoressa l’ha liberata da quella furia, mentre più tardi è stata portata in ospedale: aveva una costola rotta e perdeva sangue dal naso. Ora sull’episodio sta lavorando la questura, che ha già identificato due ragazze minorenni della Fondazione Clerici e una ragazzo albanese di 19 anni di Lodi. «L’aspetto più triste è che tutto sia avvenuto sotto lo sguardo indifferente di alcuni adulti, che hanno assistito a un fatto così grave senza intervenire» è il parere del dirigente del Bassi Corrado Sancilio, che in questi giorni ha già incontrato la ragazza ferita e i suoi genitori per un confronto.
In base a quanto ricostruito finora, quindi, sembra che tutto abbia avuto inizio alcuni giorni prima di quell’aggressione, in via Nino Dall’Oro, quando c’era stato un litigio, sempre dopo la scuola, fra la 15enne e un’altra ragazza per i classici “futili” motivi, sembra la contesa di un ragazzo più grande. Le due avevano anche alzato le mani e si erano picchiate. Ma tutto sembrava finito lì, un “normale” screzio, forse un po’ violento, fra adolescenti. Invece venerdì la 15enne, di origine albanese, ha trovato ad attenderla fuori da scuola almeno venti persone, per lo più ragazze. In due le si sono avvicinate per dirle di andare con loro a parlare, lei si è lasciata “trascinare” e quando è arrivata dietro la giostrina vicino ai giardini del Passeggio è stata aggredita. Sei o sette, compreso il 19enne albanese, l’hanno circondata e picchiata, prendendola per i capelli e gettandola in terra, mentre altri tenevano ferme le sue amiche che volevano aiutarla. Intorno a loro, invece, gli altri ridevano e facevano quasi il tifo, raggiunti poco dopo da molti studenti del Bassi accorsi per assistere a quello “spettacolo”. Il tutto è durato pochi, interminabili, minuti, poco dopo le due del pomeriggio.
«Sono passata di lì in bici e ho visto un gruppo di ragazzi, almeno cinquanta, che urlavano e gridavano - racconta la professoressa di scienze naturali Silvia Felletti, del Bassi -. All’inizio ho pensato che stessero giocando con i gavettoni, perché lì vicino ci sono le fontane e faceva caldo, invece poi ho visto una ragazza a terra che veniva tenuta e presa a calci in pancia. Ero allibita, non avevo mai visto una cosa simile, soprattutto fra ragazze. Quasi d’istinto sono entrata in quel gruppo con la bici, ho urlato e ho chiesto un cellulare per chiamare la polizia. A quelle parole molti sono scappati verso la stazione, poi è passata una volante e mi sono sbracciata per fermarla. Sulle panchine c’erano delle persone, anche adulti, ma nessuno era intervenuto, così mi sono arrabbiata e ho gridato a quelle persone di vergognarsi». Nel frattempo è arrivata anche un’ambulanza per soccorrere la ragazza aggredita, che era molto agitata e fuori di sè. Non è stata ricoverata in ospedale, ma i medici le hanno prescritto almeno una settimana di riposo con il collarino.
Questo è il secondo grave episodio di violenza che ha coinvolto ragazze giovanissime. A gennaio, infatti, sei minorenni (età fra i 13 e i 16 anni) vennero denunciate per aver pestato per oltre mezz’ora, vicino alla stazione, due coetanee, facendone finire una in ospedale per tre giorni. Ancora allora tutto avvenne nell’indifferenza generale.
Davide Cagnola
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