Anche a Lodi tassisti sulle barricate

Si estende a macchia d’olio la protesta delle auto gialle contro la liberalizzazione delle licenze: a Lodi cresce la preoccupazione dei conducenti per le scelte del governo Monti e qualche disagio si è verificato, anche se i tassisti del capoluogo a differenza dei loro colleghi di Roma e Milano non hanno scioperato. «Al mattino ho chiamato più volte il numero del radiotaxi di Milano - racconta un lodigiano, che ha segnalato il problema alla redazione -, il numero permette di effettuare la prenotazione anche a Lodi. Ho fatto diversi tentativi a vuoto, fino a quando mi è stato risposto che era in corso una mobilitazione permanente. Ho contattato il numero di Lodi e mi è stata risposta la stessa cosa. In realtà, però, in piazza della Vittoria ho trovato un taxi, il conducente mi ha spiegato che nel momento in cui nel call-center fanno sciopero i tassisti non ricevono le segnalazioni relative alle corse, per questo non è colpa loro. Mi pare che siano più che altro i centralini a creare caos, il guaio è che non si sa quanto durerà questa situazione».

La categoria è in subbuglio a causa della liberalizzazione delle licenze decisa dal governo Monti. Nella giornata di ieri la protesta “a sorpresa”, anticipata rispetto alla data ufficiale del 23 gennaio, ha creato numerosi guai ai consumatori. «A Lodi non si è verificato nessun fermo - spiega Mauro Sangalli, segretario dell’Unione artigiani della Provincia che segue il settore -, semmai c’è stato qualche problema legato al radiotaxi gestito da Milano. La preoccupazione sale, i tassisti temono che le liberalizzazioni ottengano il risultato opposto. In tempi di crisi non dobbiamo dimenticare che in gioco, per queste persone, ci sono gli impegni di tutta una vita che rischiano di svanire».

A causa dei disservizi disseminati per tutto il Paese, ieri l’Authority ha inviato al ministero dell’Interno, ai prefetti e ai sindacati di categoria una comunicazione per verificare se esistano o meno gli estremi per un’ordinanza di precettazione.

Il blocco totale del servizio, infatti, non sarebbe legittimo, la legge prevede regole precise su preavviso, durata dell’astensione, garanzia delle prestazioni minime.

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