Antonveneta: «Condannate i furbetti»

Chiesti 15 mesi per Fiorani, 3 anni per l’ex Governatore

Sono arrivate ieri alle 18 davanti alla seconda sezione penale del tribunale di Milano le richieste di condanna per la scalata Antonveneta, tentata nel 2005 dalla Banca Popolare Italiana di Lodi. A pronunciarle il pubblico ministero Eugenio Fusco al termine di un’udienza fiume, iniziata alle 9,30 del mattino. Le richieste di condanna sono state avanzate, a vario titolo, per i reati di aggiotaggio e ostacolo alle autorità di vigilanza. Questo l’elenco. Carlo Baietta, imprenditore, 1 anno e 6 mesi e confisca di 12 milioni 750mila euro. Bruno Bertagnoli, 1 anno e 2 mesi e mille euro di multa. Giovanni Consorte, ex presidente di Unipol, 3 anni e 1 milione di euro di multa. Angelo Marcello Dordoni, imprenditore, 1 anno e 6 mesi e confisca di 3 milioni e 600mila euro. Antonio Fazio, ex governatore della Banca d’Italia, 3 anni e 100mila euro di multa. Giuseppe Ferrari Aggradi, 1 anno e 6 mesi e confisca di 3 milioni 300mila euro. Gianpiero Fiorani, ex amministratore delegato della Banca Popolare Italiana, 1 anno e 3 mesi in continuazione alla pena di 3 anni 3 mesi già patteggiata nello stesso processo. Francesco Frasca, funzionario della Banca d’Italia, 1 anno e 6 mesi. Luigi Gallotta, imprenditore, 1 anno e 6 mesi e confisca di 10 milioni 700mila euro. Francesco Ghioldi, avvocato svizzero, 6 anni. Luigi Grillo, senatore, 2 anni e 1 mese. Gianpiero Marini, ex calciatore, 1 anno e 6 mesi e confisca di 6 milioni 400mila euro. Luigi Pacchiarini, imprenditore, 1 anno e 6 mesi e confisca di 4 milioni 900mila euro. Paolo Secondo Raimondi, imprenditore, 1 anno e 6 mesi e confisca di 3 milioni 700mila euro. Ivano Sacchetti, vice di Consorte in Unipol, 3 anni. Sergio Tamagni, imprenditore, 1 anno e 6 mesi e confisca di 1 milione 400mila euro. Luigi Zunino, immobiliarista, 1 anno e 8 mesi. Per la società Nuova Parva chiesta una multa di 540mila euro. Per Unipol invece le richieste della procura prevedono una multa di 1 milione 200mila euro e la confisca di 39 milioni 700mila euro. «Prendo atto delle richieste - ha commentato a caldo in aula l’avvocato Michele Apicella, legale di Fiorani - certamente continueremo a difenderci». Prossima udienza il 14 marzo, quando inizieranno a parlare proprio le difese. La procura, intanto, ha chiesto l’assoluzione per non aver commesso il fatto per il reato di appropriazione indebita a carico di Marini. «Non c’è evidenza - ha spiegato ieri in aula il pubblico ministero Gaetano Ruta, che rappresenta l’accusa insieme a Fusco - del fatto che Marini sia stato finanziato da Bpl» per l’operazione finita nel mirino della procura. Lo stesso Ruta durante le sue conclusioni si è soffermato sul ruolo degli agricoltori lodigiani finiti alla sbarra. «C’è un denominatore comune - ha detto -: si tratta di soggetti che hanno impiegato finanziamenti della Bpl per acquistare azioni Antonveneta e le hanno rivendute con ricche plusvalenze. Queste persone erano vecchi clienti della banca - ha aggiunto il pm - quasi tutti agricoltori, che sono stati contattati da Silvano Spinelli». La compravendita di titoli Antonveneta da parte degli agricoltori lodigiani, secondo Ruta, è stata «un’attività economica eterodiretta dall’inizio alla fine». Parole pesanti, da parte dell’accuse, sono state rivolte anche nei confronti dell’ex governatore di Bankitalia Fazio e del senatore Grillo. Nell’ambito della vicenda Antonveneta, «Fazio - ha affermato Fusco - si è impegnato con Fiorani per ostacolare Abn Ambro». «Il governatore - ha aggiunto Fusco - ha sostenuto costantemente il progetto Fiorani, che era illegale per le modalità con cui veniva conseguito. Senza Fazio non ci sarebbe stata l’estate delle scalate bancarie». Quanto al senatore Grillo (ex Forza Italia, oggi Popolo della libertà) Fusco ha rimarcato che «è stato presente in tutte le fasi, sin dal concepimento dell’operazione». «Grillo - ha aggiunto Fusco - appare in un’infinità di intercettazioni rilevantissime».

Lorenzo Rinaldi

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