Si è conclusa in tribunale con un patteggiamento a sedici mesi di carcere, con pena sospesa, la triste vicenda giudiziaria relativa alla morte di Giuseppina Brè, l’ottantenne del quartiere Fanfani di Lodi che nel novembre del 2007 si era spenta in ospedale alcuni giorni dopo essere caduta dal letto nella sua abitazione. Sotto processo, con la sola accusa di “abbandono di persone incapaci”, ma non di omicidio colposo, è finita la badante R.B., oggi 53 anni, italiana e con 30 anni di esperienza nel settore, residente nel Lodigiano, che era stata incaricata dai familiari del turno di assistenza di notte tra il 9 e il 10 novembre.
La badante, che dopo questo episodio, scossa, era stata ricoverata alcuni giorni per un esaurimento nervoso, mentre l’anziana, costretta a letto perché malata terminale, si era addormentata, era scesa in cantina e aveva bevuto parecchia grappa. Poi si era addormentata. Nel cuore della notte l’anziana aveva provato ad alzarsi dal letto ed era caduta. Il mattino dopo, alle 7.20, la cognata l’aveva trovata assopita e dolorante ancora a terra, mentre la badante si aggirava per la casa pronunciando frasi sconnesse. La procura della Repubblica aveva subito aperto un’inchiesta. La badante finita indagata era al suo primo turno e l’anziana era stata dimessa dall’ospedale appena il giorno prima.
«La scelta di patteggiare è stata fatta per evitare ulteriore dolore e i costi di perizie tecniche difensive - spiega l’avvocato Alberto Maraschi di Lodi, che ha difeso la badante -. L’anziana era gravemente malata e non è assolutamente provato che la morte sia conseguita alla caduta». La badante era stata assegnata alla famiglia da una cooperativa. I parenti dell’anziana non si sono costituiti parte civile.
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