Asl, si indaga su un nuovo caso
Due tecnici “tagliati” dopo gli arresti domiciliari
L’Azienda: «Applicata la normativa»
Spunta un procedimento per un altro operatore
«Li abbiamo licenziati a norma di legge», dice l’Asl. Intanto s’indaga su un nuovo caso. È stringato il commento arrivato dai vertici dell’Azienda sanitaria della provincia di Lodi, in merito al licenziamento dei due tecnici del servizio alimenti C. R. ed S.B. agli arresti domiciliari per una vicenda di presunte tangenti.
«L’ufficio procedimenti disciplinari di questa azienda - fa sapere in una nota l’Asl - ha dato applicazione a quanto la vigente normativa impone all’azienda, in qualità di datore di lavoro». Questo, «nella fattispecie del caso, con riferimento sia alla tempistica prevista sia alla sanzione da applicarsi nell’ipotesi di gravi reati contro la pubblica amministrazione».
L’Asl intanto, «sta facendo fronte all’assenza di tali operatori attraverso l’attivazione di sinergie tra i servizi afferenti al dipartimento di prevenzione medica e l’inserimento e la formazione di ulteriori tecnici della prevenzione».
I due funzionari pubblici erano finiti sotto indagine alla vigilia di Natale, con l’ipotesi di aver intascato una o più tangenti dagli imprenditori durante i controlli effettuati in bar e ristoranti. I due dipendenti dell’Asl, ora agli arresti domiciliari, sono stati licenziati. Sul loro caso le indagini sono però ancora in corso.
Intantosi è aperto un altro fronte, che in questo caso riguarda l’ipotetico utilizzo “indebito” di una carta per fare benzina, intestata all’Asl, con tanto di conti a carico dell’azienda pubblica lodigiana. Il caso era esploso nella prima decade di marzo, con il ritorno delle forze dell’ordine all’Asl.
Se inizialmente si pensava che le indagini fossero ancora collegate al caso precedente (quello dei due tecnici licenziati), poi si è capito che si trattava di tutt’altro.
Gli inquirenti mantengono in questa fase il più ristretto riserbo, ma la posizione di un nuovo dipendente Asl è ora all’attenzione della procura. L’indagine è volta ad accertare se la persona coinvolta abbia davvero utilizzato per scopi personali una carta per il carburante, che dovrebbe essere impiegata per fare il pieno alle auto dell’Asl. La carta sarebbe in suo possesso dai tempi del direttore generale Guido Broich, in carica a Lodi dal 2003 al 2007.
Secondo indiscrezioni, tutte ancora da verificare, i carabinieri avrebbero passato al vaglio, oltre agli uffici dell’Azienda sanitaria di piazza Ospitale, anche casa e box del dipendente Asl, ma non è dato sapere come e in quali circostanze.
Solo dalle indagini si potrà sapere se davvero il dipendente, che attualmente svolge un’altra mansione rispetto a quella precedente, abbia utilizzato in modo improprio i soldi pubblici o se la sua posizione è, invece, del tutto regolare.
Su questo caso l’Azienda sanitaria (guidata dal direttore generale Fabio Russo, da quello amministrativo Patrizia Moretti, sanitario Maria Grazia Silvestri e sociale Giancarlo Iannello), si trincera dietro un “no comment”.
Cristina Vercellone
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