Bambino lodigiano barbaramente ucciso in Egitto

Bambino lodigiano trovato morto in Egitto, chiuso in un sacco della spazzatura. Walid Mohamed Hamed Elghatas, 9 anni appena, era andato nel paese di origine dei suoi genitori per festeggiare la fine del Ramadan. La festa, invece, si è trasformata in una tragedia. Le notizie in arrivo dall’Egitto sono frammentarie e non ancora chiare. Di certo c’è solo che un bambino nato in Egitto, ma vissuto da quando aveva 2 mesi a Lodi Vecchio, al suo primo viaggio nel paese dei genitori è stato ucciso. Forse preso a bastonate, forse soffocato dopo un tentativo di violenza. Parole di cordoglio sono arrivate dalla comunità egiziana di Lodi vicina alla famiglia che frequentava la moschea cittadina di via Lodivecchio. Migliaia di persone hanno partecipato al funerale. Le immagini sono circolate sul web.

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, pubblicata sulla stampa egiziana, a Talkha, il 26 giugno, il bambino era in strada per giocare ed è sparito. La famiglia ha lanciato l’allarme e promesso anche dei soldi a chi avrebbe ritrovato il suo bambino. Sempre secondo la prima ricostruzione dei fatti, 48 ore dopo la scomparsa, alcuni abitanti del luogo avrebbero sentito un odore sgradevole arrivare dall’interno di un magazzino. È lì che è stato effettuato il macabro ritrovamento. Il bambino era chiuso all’interno di un sacco verde. Nelle ore successive, a confessare il delitto sarebbe stato un vecchio amico di famiglia e all’origine dell’orribile gesto ci sarebbe un tentativo dell’omicida di vendicarsi per episodi che appartengono al passato. Questa almeno la versione più diffusa, arrivata nelle scorse ore dall’Egitto, ma ancora da confermare. Ieri i parenti, gli abitanti, gli amici della famiglia hanno manifestato davanti al tribunale egiziano per chiedere che sia fatta giustizia. Gli altri bambini, gli amici di Walid hanno scritto dei cartelli in egiziano, ma anche in inglese “We will Whaleed’s right”. Qualcuno ha alzato persino cartelli scritti in italiano, anche se stentato. “Vogliamo che il diritto Walid” recita uno striscione bianco. Tutta il paese si è mobilitato. Attualmente, la famiglia di Walid abitava a cascina Dama a Moscazzano e il piccolo andava a scuola a Credera di Rubbiano. La famiglia frequentava la moschea di Lodi e la comunità egiziana del capoluogo, ieri, si è stretta intorno alla famiglia, facendo arrivare parole di cordoglio. «Walid era un bambino vivace - commenta Mechaalia Abdelkerim dalla comunità islamica lodigiana -, veniva da noi in moschea a studiare la lingue e il Corano.Siamo tutti sotto shock. La cattiveria della gente è infinita. Mi chiedo come si possa compiere un gesto così. Siamo vicini alla famiglia.Sabato, in moschea, in via Lodivecchio, abbiamo pregato per il bambino». Parole di cordoglio sono arrivate anche dall’imam Mohamed Anwar, vicino alla famiglia. E poi dai tanti egiziani che frequentano la moschea. Le immagini del funerale e della manifestazione hanno lasciato nello sgomento le persone vicine alla famiglia di Walid.

Il padre, Mohamed Hamed Elghatas, operaio muratore, è sconvolto: «Walid, il 26 giugno, era andato fuori a giocare, era da qualche giorno con sua mamma in Egitto, io ero rimasto in Italia - racconta -. Mia moglie mi ha chiamato alle 11 di sera che non trovava il bambino. Ho preso il primo aereo e sono partito. L’abbiamo cercato per alcuni giorni, poi abbiamo sentito un cattivo odore provenire da un garage vicino a casa. Ho chiesto al proprietario le chiavi, ma non ha voluto darmele. Allora ho chiamato le forze dell’ordine. Hanno rotto la porta e hanno trovato il bambino. Qua in Egitto la giustizia è lenta, io chiedo che l’Italia prenda provvedimenti contro l’assassino del mio bambino. Mio figlio è italiano, non è egiziano, la sua vita è lì. Io avevo 4 figli, adesso ne ho solo 3. Il mio cuore sta bruciando».

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