Bancomat manomesso alla San Paolo

Si pensa a un tentativo fallito di clonazione

Manomesso nella notte il bancomat della filiale San Paolo di via Cadamosto. Alcuni clienti ieri mattina si sono accorti che la fessura per la tessera era danneggiata, come se qualcuno avesse tentato di staccarla con delle pinze, così hanno chiamato la questura. Il sospetto è che quella fosse la conseguenza di un tentativo di clonazione (comunque andato a vuoto), anche se non è esclusa l’ipotesi di un vandalismo fine a se stesso. La polizia scientifica si è fatta consegnare dal direttore della filiale le registrazioni delle telecamere puntate proprio sul bancomat: queste potrebbero aiutare a chiarire i fatti.

«Ieri sera (giovedì, ndr) il bancomat funzionava e non c’era nessun problema - fanno sapere dalla sede centrale della San Paolo a Lodi, in via Garibaldi -. Forse qualcuno ha tentato di estrarre la targhetta con la fessura della tessera e ha rovinato l’apparecchio. I dipendenti ieri mattina sono arrivati per l’apertura della filiale e hanno trovato due clienti alle prese con il prelievo che segnalavano il problema».

Sul posto quindi è intervenuta una Volante della questura, raggiunta poco dopo dagli uomini della scientifica, che hanno effettuato i rilievi.

Il danno era evidente. Il primo sospetto venuto alle forze dell’ordine è che una banda specializzata avesse tentato di applicare uno “skimmer” allo sportello, un lettore cioè di bande magnetiche utilizzato in genere per clonare le tessere. Ma se davvero fosse andata così, i malviventi avrebbero fatto un buco nell’acqua, perché la clonazione quasi certamente non è riuscita. E comunque nella notte i prelievi a quello sportello non sono stati più di due o tre.

Ma la spiegazione di quanto successo potrebbe essere un’altra. Il dubbio venuto ai poliziotti, infatti, è che i danneggiamenti fossero solo un “diversivo” per distogliere l’attenzione dal vero obiettivo del raid, mettere fuori uso i sistemi di allarme per tornare poi il giorno successivo e poter agire indisturbati. In questo modo infatti sono già stati svaligiati in passato aziende e esercizi pubblici (bar), ma mai banche. Tutti i sensori di allarme comunque, provati con il direttore, sono risultati perfettamente funzionanti. L’ultima ipotesi è quella di un “semplice” vandalismo.

L’ultimo tentativo di clonazione in città era avvenuto a metà febbraio alla Cariparma di viale Dalmazia. In quel caso i poliziotti avevano trovato anche una barretta di metallo cosparsa di colla e applicata nell’erogatore del denaro contante, per “bloccare” i soldi e ritirarli in un secondo momento: i clienti pensavano che la mancata erogazione fosse dovuta a un guasto, invece venivano derubati.

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