Faceva la bella vita ricaricando carte prepagate e comprando abiti in boutique rinomate. Ma lo faceva con i soldi del condominio che nel 2007 aveva accettato di gestire. È arrivata la sentenza di secondo grado della Corte d’appello di Trento nel processo contro A.C. classe 1947 di Lodi, amministratore condominiale di un complesso da 50 alloggi al passo del Tonale. La sentenza conferma il giudizio di primo grado, che aveva condannato A.C. per appropriazione indebita di 180mila euro. Con il professionista lodigiano era stata condannata anche un’assistente, B.G., classe 1966, di Montanaso Lombardo, sul conto corrente della quale erano stati trasferiti 35mila euro di quelli sottratti al condominio.
La causa era partita quando nel 2012 era stata tagliata l’acqua calda per i mancati pagamenti delle bollette.
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