Bersani fa il pieno nella Bassa

Primarie del centrosinistra: un boom di voti per Pier Luigi Bersani. Il segretario del Pd ha chiuso il primo turno elettorale con il 47,50 per cento (4.816 voti) mentre Matteo Renzi ne ha raccolti 3.861, il 38,08. A Lodi città, la differenza tra Bersani e Renzi, è stata di 100 voti. Nel capoluogo, il primo ne ha raccolti 1.083, cioè il 43,8 per cento e il secondo 983, cioè il 39,8. A Casale, invece, Bersani ha prevalso per 5 punti su Renzi. Il primo ha raggiunto il 46,3 per cento, contro il 41,3 del sindaco toscano.

A preferire il segretario del Partito democratico sono stati soprattutto gli elettori della Bassa. A Ospedaletto e Bertonico, infatti, quest’ultimo ha raccolto oltre il 74 per cento delle preferenze, staccando il primo cittadino di Firenze, rispettivamente di 50 e 49 voti. A Ospedaletto, Bersani ha raggiunto il 74,42 per cento contro il 16,28 di Renzi e a Bertonico il 74,16 per cento contro il 19,10. A Guardamiglio le cose non sono andate molto diversamente. Qui Bersani ha raccolto il 60 per cento delle preferenze contro il 24,55 del “rottamatore”. A San Rocco, Bersani ha raggiunto il 53,73 per cento contro il 25,37 di Renzi, con una differenza di 57 voti. Oltre 50 i voti di distanza anche a Senna. Nel piccolo comune della Bassa, 122 i votanti, il segretario del Pd è arrivato al 69,67 per cento, mentre Renzi si è fermato al 27,87. A Codogno, Bersani si è aggiudicato il primo turno con 299 voti contro i 260 del primo cittadino fiorentino. Grande distanza tra Bersani e Renzi si è registrata anche a Caselle Lurani (55,81 per cento Bersani contro il 24,42 per cento di Renzi) e Cavenago (62,82 contro il 25,64, con una differenza di 29 voti). A Lodi Vecchio a Bersani è andato il 47,79 per cento e a Renzi il 41,32. A San’Angelo, invece, il primo cittadino toscano ha sorpassato il segretario del Pd per 7 voti. Quest’ultimo ha perso il confronto anche a Boffalora (per 4 punti), Casale 1 e 3, Castiglione, Cavacurta, Comazzo, Cornegliano (per 9 voti), Lodi 1 e 5 (per 10), Maleo (7 voti di scarto), Marudo (3 voti), Merlino e Montanaso (5), Salerano, San Fiorano e Santo Stefano.

Il candidato Nichi Vendola, invece, ha avuto molto seguito a Marudo, Boffalora, Borgo, Cornegliano, Mulazzano, San Rocco, Turano, Tavazzano e Corte Palasio. A Marudo, dove si sono recati alle urne in 40, il presidente della regione Puglia ha ottenuto il 35 per cento delle preferenze, cioè 14 voti, esattamente come quelle ottenute da Renzi, mentre il segretario del Pd, con i suoi 11 voti, si è fermato al 27,50 per cento. Scarto di un solo voto tra Vendola e Renzi si è registrato, invece, a Valera e di 2 voti a Turano. Forbice di 7 voti a Ospedaletto, di 8 a Caselle Lurani e Corte Palasio. Laura Puppato e Bruno Tabacci hanno dovuto accontentarsi delle briciole. Parole di soddisfazione per l’esito della consultazione arrivano dal segretario provinciale del Pd Mauro Soldati. «Un grazie di cuore - commenta -, va ai 400 volontari impegnati in questa avventura. È stata una bella esperienza; in tutti i seggi c’è stata occasione di discutere». I sentimenti di antipolitica dei quali si è parlato in queste settimane, secondo Soldati, non sono di casa nel Lodigiano. «Abbiamo avvertito - dice - che l’alternativa credibile è un governo guidato dal Pd. Ci troviamo ora ad affrontare un’altra settimana di campagna elettorale, con l’organizzazione di 58 seggi. Ci auguriamo di trasmettere l’idea, a chi tornerà a votare, ma anche a chi non crede più a nulla, che con l’impegno diretto si può fare ancora qualcosa. Bersani, ma anche Renzi, hanno ottenuto un ottimo risultato».

Parole di soddisfazione arrivano anche da David Bosoni, sostenitore di Renzi. «Ha perso - dice -, ma ci ha fatto piacere vedere ai seggi tante persone, diverse dal solito. Nei paesi dove il partito non è radicato il sindaco di Firenze ha ottenuto un ottimo risultato. Il 29 e il 30 ci si potrà registrare ancora. Le primarie devono essere il più aperte possibile». Il segretario provinciale di Rifondazione Andrea Viani e il segretaro di Lodi Enrico Bosani avevano consigliato agli iscritti di disertare le urne: «Questa vicenda - commenta il primo - è una battaglia interna per l’egemonia del Pd. I risultati mostrano che la linea Guerini-Renzi è stata sconfitta». «In Italia - aggiunge Bosani - le cose non cambieranno a prescindere dal candidato. Il premier dovrà seguire la politica imposta a livello europeo: tagliare miliardi di euro allo stato sociale e mantenere i contingenti militari all’estero, spendendo 2 miliardi all’anno. Alle regionali, invece, la possibilità di cambiare ci sarà».

Cristina Vercellone

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