Bimbo ferito sulla scala mobile, chiesto maxi risarcimento

Chiesti 700mila euro di risarcimento per la perdita di 4 dita del piede sinistro nella scala mobile dell’ospedale. La brutta avventura era capitata a un bambino di Borghetto che non aveva ancora compiuto 6 anni il 22 gennaio del 2014. Il minore, che stava percorrendo la rampa di discesa dell’impianto, inaugurato il 18 dicembre dell’anno prima, era rimasto incastrato con la scarpina nella parte esterna di uno dei primi gradini della scala. Il minore era stato subito sedato e poi operato per oltre due ore dall’equipe specializzata dell’ortopedia del Maggiore. Il medico era riuscito a salvare l’alluce e l’avampiede sinistro del bambino, mentre niente si era potuto fare per le altre 4 dita che erano state completamente risucchiate nell’ingranaggio.La scala mobile era stata posta sotto sequestro dalla magistratura e poi dissequestrata alla fine di gennaio per l’inizio delle valutazioni tecniche. L’impianto di risalita era stato poi aperto, mentre quello in discesa protagonista dell’incidente è ancora chiuso. Ora la famiglia del bambino ha chiesto un risarcimento di 700mila euro. L’assicurazione sugli infortuni che copre lo stabile del Maggiore dovrà decidere se transare o andare in causa. Il picco registrato in ospedale per quanto riguarda le cadute corrisponde proprio al lasso di tempo compreso tra l’avvio delle scale mobili e la chiusura della rampa in discesa dopo l’incidente. «Considerando che l’impianto in discesa che congiunge il piano rialzato è bloccato mentre rimangono attivi la rampa in salita e l’impianto che congiunge il piano rialzato e il primo piano (dove ci sono il Cup e il centro prelievi, ndr) e che a distanza di un anno si assiste ad una notevole riduzione delle segnalazioni di cadute sulle scale mobili - spiega l’amministrazione -, potrebbe diventare suggestiva l’ipotesi che la maggioranza delle cadute avvengano proprio sulla rampa in discesa dove probabilmente la visuale sul bar e sulle vetrate verso la strada costituiscono motivo di distrazione per l’utenza e facilitano la perdita di equilibrio. In realtà le segnalazioni, benché circoscritte alle due rampe che congiungono l’ingresso e il piano rialzato, sono omogeneamente distribuite tra salita e discesa. Da un anno, poi, il personale dell’accoglienza intercetta gli utenti in difficoltà e li accompagna sull’ascensore». La soluzione «del problema - aggiunge l’Azienda ospedaliera - non si presenta né semplice né tantomeno imminente: da un lato si auspica che a breve sia avviata anche la rampa di discesa, ma nel contempo si teme l’evento che sicuramente costituirà un banco di prova delle azioni intraprese: introdurre una normale rampa di scale attualmente non è una strada né facilmente né velocemente percorribile».

Cristina Vercellone

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