BOFFALORA È stato il campione di nuoto Federico Vanelli a salvare il 12enne che rischiava di annegare in Adda

L’atleta era con gli amici al Belgiardino quando ha sentito gridare aiuto e non ha esitato a intervenire: «La corrente del fiume era veramente forte, ma non c’erano alternative»

Quando ha visto il ragazzino che stava per affogare non ci ha pensato due volte. Si è tuffato in acqua e, grazie all’esperienza maturata in anni e anni di nuoto agonistico in acque libere, è riuscito a trarre in salvo il giovane che poco prima era stato travolto dalla corrente. «O lo salvo o lo salvo», si è detto. A recuperare un 12enne dalle impetuose acque dell’Adda, sabato pomeriggio, è stato Federico Vanelli, 33enne lodigiano, ex azzurro di nuoto, pluridecorato campione europeo e mondiale.

«Ero con alcuni miei amici sulla sponda lodigiana dell’Adda, lato Belgiardino, quando all’improvviso dalla parte opposta del fiume ho sentito un gran caos e un grido di aiuto», racconta l’atleta, che può vantare anche un settimo posto ai Giochi olimpici di Rio 2016. «In acqua c’era un ragazzino che stava per affogare, la corrente era molto forte e i mulinelli lo stavano portando sotto», spiega Vanelli. Sabato pomeriggio una famiglia di residenti in Lodi, di origine nordafricana, stava cercando un po’ di refrigerio dalla calura estiva lungo le sponde del fiume Adda, lato Boffalora. Con loro anche un ragazzino 12enne che è entrato in acqua per fare il bagno, vicino alla riva, dalla quale però si è allontanato finendo in un punto di forte corrente, venendo trascinato dalla stessa verso valle. Solo l’intervento di Vanelli ha potuto scongiurare il peggio.

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«Quando ho capito che potevo salvarlo solo io mi sono tuffato - ricorda Vanelli -. La corrente del fiume era veramente forte, ma non c’erano alternative, il ragazzino era stremato e stava perdendo le forze. Ho nuotato controcorrente fino a raggiungerlo. L’ho abbracciato e tenendolo stretto sono riuscito a portarlo sulla riva opposta». Una volta tratto in salvo il ragazzino alcuni presenti, tra cui i dipendenti del vicino bar La Cava, hanno chiamato i soccorsi, giunti sul posto assieme agli agenti della Questura di Lodi. «Del ragazzino ad oggi non so nulla, non mi ha detto come si chiamava anche perché in quegli attimi era l’ultima cosa a cui pensare - dice Vanelli -. So però che è stato portato all’ospedale di Lodi». Il ragazzino è entrato al Maggiore in codice verde: per lui quindi solo un grande spavento, ma anche un angelo custode trovato, Federico Vanelli.n

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