BUROCRAZIA A Lodi servono almeno tre mesi per la nuova carta d’identità

Scoppia il caso dell’anagrafe municipale «difficile da contattare e con tempi intollerabili»

Il primo appuntamento per la carta d’identità in Comune a Lodi è oltre la metà di giugno, tre mesi. Dopo gli infiniti tempi d’attesa per il passaporto, esplode il caso dell’anagrafe comunale, difficile da contattare e con tempi infiniti, ben oltre il tollerabile. La questione è emersa nel consiglio comunale dell’altra sera su impulso di un ordine del giorno presentato dalla consigliera di minoranza Giusy Molinari.

«Ormai da mesi è stata tolta la possibilità di telefonare per l’appuntamento della carta d’identità, lasciando solo la possibilità di richiesta tramite il portale ministeriale – dice Giusy Molinari -. È un disagio più grande di quanto si pensi, soprattutto per gli anziani». Proprio su questo punto è arrivata l’apertura però dell’amministrazione, che ha promesso di riattivare il servizio di contatto telefonico, delegando all’Ufficio relazioni con il pubblico l’incombenza. «Sono contenta della decisione, continuerò a monitorare la questione – commenta l’ex assessore Molinari -. Rimane il problema sostanziale, però, che è relativo ai tempi d’attesa. Prima del consiglio, lunedì, ho voluto fare un rapido test e la prima data utile era il 14 giugno prossimo, oggi sicuramente già superata. Dovendo avere necessità di un documento a fine maggio, muoversi con due mesi d’anticipo è un tempo più che ragionevole, ma a Lodi, in un capoluogo di provincia, non si avrebbe per tempo il documento d’identità. È urgente che si metta mano all’organizzazione per accorciare le liste d’attesa sugli appuntamenti, anche perché stiamo andando incontro a una stagione in cui gli utenti hanno maggiori richieste, e gli uffici invece dovranno gestire le ferie e i riposi estivi».

Ma il tema dei tempi d’attesa si estende a tutto l’ufficio anagrafe. «L’ufficio è chiuso il venerdì, e il sabato riceve su appuntamento – conclude Giusy Molinari -. Niente da dire sulla modalità per appuntamento, peccato però che nel mio piccolo test il primo posto disponibile di sabato fosse il 1 aprile. Quindi, se una persona ha bisogno di un certificato con una certa urgenza, deve prendere un giorno di ferie e andare in settimana. Mi pare una modalità di erogare un servizio non consona a un capoluogo di provincia. Correttivi ce ne possono essere diversi, l’importante è che i cittadini non siano penalizzati. Purtroppo però a queste osservazioni ho avuto in risposta il silenzio, e questo mi fa pensare che il problema non sarà risolto, almeno a breve».

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