Carabiniere ucciso, mercoledì i funerali

(Ore 9 del 6 novembre) I vertici lodigiani dell’Arma hanno voluto la solennità della Cattedrale di Lodi per l’estremo saluto a Giovanni Sali, il carabiniere di quartiere morto mentre faceva il suo lavoro di sentinella in una delle zone più difficili della città. Su quel sagrato Giovanni era di casa, per tanti una presenza ormai fissa come i leoni o le bandiere sul Broletto, certo la settimana scorsa non avrebbe pensato che da lì a pochi giorni tutta Italia avrebbe parlato di lui, che la sua vita sarebbe finita a 48 anni e con due figlie ancora da crescere.

La cerimonia funebre sarà celebrata domattina alle 11: il vescovo di Lodi monsignor Giuseppe Merisi ha preannunciato che ci sarà, così come, a poche ore dall’anniversario della sua ordinazione episcopale, non era mancata la sua benedizione sul luogo del barbaro omicidio in via del Tempio, a pochi metri dalla chiesa della Maddalena dove si stava celebrando la Messa prefestiva. Nelle parrocchie di Lodi, e non solo, si è pregato per Giovanni, si è anche chiesto il riavvicinamento a Dio degli assassini.

Già ieri pomeriggio a Cavenago d’Adda, dove abitava, l’impresa Gelmi ha cominciato a preparare la camera ardente nella sala più grande del palazzo comunale: la cassa, ormai chiusa dopo gli esami del medico legale, con le spoglie di Giovanni arriverà questa mattina, indicativamente dopo le 10, dal Dipartimento di medicina legale di Pavia, e fino al pomeriggio sarà possibile rendere omaggio alla memoria di Giovanni Sali e pregare per lui. Domattina, il feretro sarà portato in Cattedrale a Lodi, quindi la sepoltura nella tomba di famiglia nel Cremonese. E saranno funerali di Stato, con la bandiera a ricordare a tutti perché il carabiniere ha dato la sua vita, a dire che concetti sentiti troppe volte come lontani come quello di patria, nazione e bene comune possono avere anche il volto rassicurante di un carabiniere “di prossimità” come Giovanni, un militare che tanti commercianti del centro, guardandolo passare, vedevano come un presidio di sicurezza, un canale privilegiato per segnalare cose strane o sospette, un pezzo di Stato che c’è, ha un volto umano e offre tutela. Ieri pomeriggio l’amministrazione comunale ha proclamato per domani il lutto cittadino con l’invito ad esporre presso tutte le sedi di istituzioni ed enti pubblici le bandiere a mezz’asta e listate a lutto, nonché gli esercenti commerciali ad osservare una sospensione delle attività in corrispondenza dell’inizio della cerimonia funebre e dell’uscita del feretro dalla Cattedrale. Il Broletto ha invitato inoltre le attività produttive della città a disporre presso i rispettivi stabilimenti ed uffici un minuto di silenzio per l’orario di inizio della funzione. Il giorno di lutto è stato decretato anche a Cavenago.

(ore 23) Saranno funerali di Stato quelli che verranno tributati all’appuntato scelto Giovanni Sali. Le esequie si svolgeranno mercoledì mattina alle ore 11 nelle cattedrale di Lodi alla presenza del vescovo monsignor Giuseppe Merisi. La camera ardente è stata allestita presso il municipio di Cavenago, paese nel quale in militare dell’Arma risiedeva. La salma vi giungerà dal Dipartimento di medicina legale di Pavia domani mattina, martedì, attorno alle 10.30 e per tutta la giornata sarà possibile rendergli omaggio.

(ore 18) Durante una conferenza stampa in procura sono stati resi noti i primi risultati dell’autopsia effettuata nel pomeriggio sul corpo della vittima. Il “gigante buono” è stato raggiunto da due colpi trapassanti, entrambi con foro di ingresso nella zona toracica. Uno dei due proiettili ha trapassato il cuore e il polmone sinistro del carabiniere di quartiere e lo ha ucciso. Gli esiti completi saranno comunicati dal medico legale ai magistrati. La procura ha sottolineato che «le indagini in corso a carico di ignoti riguardano ogni ipotesi possibile».

(ore 17.30) Si è concluso l’esame autoptico sul corpo di Giovanni Sali, il carabiniere di quartiere assassinato sabato mentre era in servizio nel quartiere Maddalena a Lodi. Non sono ancora stati resi noti i risultati dell’esame, né quale direzione abbiano preso le indagini sull'omicidio, proseguite in modo serrato per tutto il giorno. Intanto sono stati fissati i funerali, che saranno celebrati nel duomo di Lodi mercoledì mattina.

(ore 17) Mentre la città è passata al setaccio dai carabinieri, sono continuati i rilievi e le prove balistiche sul luogo dell’assassinio. In particolare gli inquirenti si sono soffermati su un garage, nella cui serranda si nota un foro di pallottola: sabato e domenica il proprietario era assente e solo ieri sera è stato possibile aprire il box e apporvi i sigilli, mentre oggi gli inquirenti hanno potuto esaminarlo. Al suo interno si cerca una delle tre pallottole sparate sabato pomeriggio, due delle quali hanno raggiunto e ucciso Giovanni Sali.

(ore 13.40) Controlli a tappeto dei carabinieri in città bassa e in altri punti di Lodi. In città sono apparsi diversi posti di blocco, uno in particolare in via Lodino, con i militari che stanno blindando la città. È la parte visibile delle indagini per fare luce sulla morte del “gigante buono”, il carabiniere di quartiere freddato a colpi di pistola sabato pomeriggio. Intanto, nel più stretto riserbo, continuano gli esami e i controlli cominciati già da sabato pomeriggio, quando sul posto sono arrivati anche i Ris. Possibili risposte si attendono dall’autopsia, dai filmati delle telecamere, dall’esame della pistola e del palmare della vittima.

(ore 13) Dopo il sopralluogo in città bassa, è in corso in questi minuti un vertice in procura a Lodi tra i pm Armando Spataro e Giampaolo Melchionna e gli inquirenti. C’è attesa anche per il responso dell’autopsia, che potrebbe essere già nelle prossime ore.

(ore 11.50) È in corso in questo momento un sopralluogo in via del Tempio, dove sabato pomeriggio il carabiniere di quartiere Giovanni Sali è stato ucciso con la sua stessa pistola. Sul posto sono arrivati il procuratore Armando Spataro e il pm Giampaolo Melchionna, l’indagine infatti è coordinata dalla procura della Repubblica di Lodi e sono svolte dai carabinieri di Lodi e da un nutrito gruppo di investigatori e specialisti del Comando provinciale di Milano. Intanto si attende che venga fissata la data dell’autopsia.

(ore 9) C’è un unico punto fermo nelle indagini sull’omicidio di Giovanni Sali, il carabiniere assassinato in via del Tempio a Lodi: dalla pistola d’ordinanza del militare sono stati esplosi tre colpi, due dei quali hanno raggiunto e ucciso il “gigante buono” che in città bassa era benvoluto da tutti. Prima di spirare Sali, che era impegnato nel controllo di alcune vetture sospette, forse è riuscito a scrivere qualcosa sul suo palmare, dal cui esame insieme a quello dell’arma e dei filmati delle poche telecamere funzionanti nel quartiere potrebbero arrivare elementi forse decisivi per l’inchiesta.

LE IPOTESI SULL’OMICIDIORapina sventata, un agguato su un’auto, una colluttazione dopo un controllo ad alcuni veicoli parcheggiati. Sono le tre ipotesi che si sono rincorse dopo l’omicidio di Giovanni Sali. Solo congetture per la verità, che però circolavano sabato sera con insistenza tra la gente che si trovava assiepata in via Indipendenza, così pure tra i residenti, a quanto pare i soli che possano aver visto qualcosa. L’omicidio è avvenuto mentre si stava celebrando la Messa nella chiesa della Maddalena, presieduta da don Giangiacomo Bersani e seguita da molti fedeli, nessuno dei quali si sarebbe reso conto di quel che era successo. Ma sono stati proprio loro, appena usciti da messa, a fornire le prime testimonianze. All’inizio si dice solo che hanno ucciso qualcuno. Non si sa chi. Poi, alle 18.30, è un signore attempato che sentenzia sicuro che c’è un carabiniere a terra. «È il carabiniere di quartiere, quello che gira sempre qui, l’hanno ammazzato vicino all’oratorio», rivela. Gli agenti della polizia locale che fanno presidio davanti a via Indipendenza, non confermano, ma rispondono con parole rotte dal pianto che di fatto non possono smentire la notizia. Quel carabiniere è Giovanni Sali, che stava facendo un giro perlustrativo da via della Costa a via Vistarini.

«Abbiamo sentito tante cose - rivela una residente -: all’inizio si è detto anche di un conflitto a fuoco con una macchina di passaggio». Ma è un’ipotesi, la sola, smentita dal comando dell’Arma. Più probabile l’ipotesi di una colluttazione dopo degli accertamenti sui veicoli parcheggiati, motorini e auto, in via del Tempio. «Io l’ho visto una ventina di minuti prima che fosse assassinato - racconta un amico, arrivato poco dopo -: eravamo io e mia moglie. Lo abbiamo salutato, ma non ci siamo nemmeno fermati perché era al telefono. Abbiamo sentito che parlava di permessi da controllare. Poi noi ci siamo allontanati per andare al supermercato. Poco dopo siamo tornati ed ecco quello che è successo. Il suo corpo era riverso a terra a pancia in su la pistola sotto una gamba: penso che ci sia stata una colluttazione, forse dopo un controllo». «Non c’è da dire nulla - conferma un collega -: era una persona tranquilla e sembra impossibile che sia capitata a lui una cosa del genere. Amava il suo lavoro e ha dato la vita per l’Arma. Su quel che è successo siamo ancora in alto mare: sappiamo che stava eseguendo dei controlli».

Ma questo è un quartiere difficile, sbotta un residente: «Mia moglie ha paura ad uscire da sola quando è sera - sottolinea -: fatti del genere non sono mai accaduti, ma c’è tanta paura e il carabiniere di quartiere dava sicurezza. Io passavo in macchina con i miei figli e lo vedevo sempre. Lo salutavo. Ho sentito che avrebbe sventato una rapina. Non so se sia vero, ma è probabile». (Emiliano Cuti)

Rilievi in un box di via Indipendenza: si cerca uno dei tre proiettili

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