“Carte false” per non pagare le multe
Vigile arrestato a Milano, fra i suoi “clienti” molti lodigiani
Falsificava le pratiche per far annullare le multe. In cambio naturalmente di una percentuale dell’eventuale sanzione. Un agente della polizia locale di Milano arrestato nei giorni scorsi per truffa aveva fra i suoi “clienti” anche diversi lodigiani, alcune decine secondo i primi riscontri. Gente che si era rivolta a lui per avere la certezza che la multa presa venisse “archiviata”, pur sapendo che per ottenere quel risultato si sarebbe commesso un reato.
Le indagini sul “ghisa”, D.B. di 51 anni, duravano dal 2009, condotte dai suoi stessi colleghi. L’uomo è accusato di corruzione, truffa all’amministrazione comunale, abuso d’ufficio, falso ideologico e materiale, ma anche i suoi “clienti” potrebbero essere chiamati a rispondere degli stessi reati “in concorso”. Le pratiche ora verranno analizzate una ad una per verificare i singoli casi e chiarire le posizioni di ognuno.
Le truffe erano diventate per il vigile un vero e proprio secondo lavoro; anche se, a giudicare da quanto fruttavano, potevano anche essere la sua attività principale. Solo a Milano ha fatto annullare centinaia di multe ad automobilisti che erano entrati nell’Area “Ecopass” senza pagare o che avevano parcheggiato la macchina sul marciapiede o in divieto di sosta. Per esempio, facendo figurare con falsi documenti che i conducenti stavano trasportando un invalido e avevano l’apposito pass.
Ma anche fuori Milano si era diffusa la sua “fama”. Al punto che automobilisti di tutto il nord Italia, a quanto risulta dagli atti, si erano rivolti a lui per lo stesso motivo, anche se per multe prese nelle loro città o comunque fuori Milano. Il vigile, in questo caso, agiva da “consulente” e garantiva l’accoglimento dell’istanza di archiviazione della sanzione. Da vero esperto del settore, taroccava la carte per ottenere l’obiettivo prefissato e truffando così le prefetture o gli uffici dei giudici di pace. In cambio chiedeva ai suoi “clienti” un terzo della sanzione che aveva scongiurato.
Il gip di Milano Maria Cristina Mannocci, a conclusione delle indagini, ha firmato nei giorni scorsi l’ordinanza di custodia cautelare, eseguita lunedì, nei confronti di D.B. Le indagini comunque proseguono, visto che per l’attività “parallela” il ghisa avrebbe avuto l’aiuto e il supporto di altri colleghi, che attualmente sono indagati. Ma anche i lodigiani che si sono rivolti a lui potrebbero finire nei guai. Quanti siano di preciso, al momento non è chiaro, visto che l’elenco non è stato inserito nelle 95 pagine dell’ordinanza. Il comando della polizia locale di Milano parla di “alcune decine di casi”, che ora, insieme a tutti gli altri, andranno vagliati uno a uno per capire quali pratiche sono troppo datate e quali invece si possono “riaprire”.
Davide Cagnola
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