Casale, la donna che ha avvelenato lo chef Zamperoni si dichiara colpevole
È pronta a patteggiare per “morte conseguente a somministrazione di droga”
La 43enne Angelina Barini, cittadina canadese con lontane origini italiane, ha ammesso oggi per la prima volta al giudice newyorkese Brian Cogan di aver somministrato droga allo chef lodigiano Andrea Zamperoni provocandone la morte, dichiarandosi colpevole. L’episodio si era verificato la notte del 18 agosto 2019 in un albergo da 89 dollari al giorno del Queens, il Kamway Lodge, e la polizia di New York, indagando assieme all’Homeland Security, aveva ritrovato il cadavere del 33enne originario di Casalpusterlengo il 21 agosto in una camera, dove si trovava anche la donna. Zamperoni, dopo aver fatto carriera per una decina di anni a Londra, era da circa un anno capo chef del ristorante Cipriani Dolci della stazione Grand Central Terminal di New York. Dichiarandosi colpevole la Barini, che in America risultava avere già 24 precedenti penali, per possesso di droga e reati contro il patrimonio, accetta una formulazione di accusa che è molto meno grave dell’omicidio volontario. Il presunto complice ed ex fidanzato Leslie Lescano, 45 anni, è stato anche lui citato nell’udienza, in presenza, ma ha continuato a dichiararsi non colpevole. A questo punto la Barini dovrà definire l’entità del patteggiamento con la procura distrettuale mentre sulla coppia grava anche l’accusa per altri tre uomini ritrovati morti per overdose da oppioidi e derubati di denaro e carte di credito.
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