Caso Uggetti, annullata l’assoluzione IL VIDEO CON IL COMMENTO DELL’EX SINDACO

La Cassazione dispone un processo di appello bis per l’ex sindaco e due dei coimputati. «Il buio è stato fatto per farci conoscere la luce», il primo commento

La corte di cassazione oggi ha annullato con rinvio la sentenza con la quale il 25 maggio dello scorso anno l’ex sindaco di Lodi Simone Uggetti era stato assolto in appello a Milano dall’accusa di turbativa d’asta in relazione al “caso piscine” del 2016. Il processo si riaprirà quindi innanzi alla corte d’appello di Milano, con giudici diversi rispetto a quelli della seconda sezione che avevano deciso l’assoluzione dell’ex sindaco di Lodi e dei tre coimputati.

Le motivazioni della Cassazione saranno rese note nelle prossime settimane e conterranno i principi di interpretazione del diritto e di valutazione della vicenda cui il tribunale di secondo grado dovrà attenersi. Il “caso piscine” è l’inchiesta che il 3 maggio del 2016 aveva visto la guardia di finanza arrestare il primo cittadino in carica, e condurlo in carcere, per l’ipotesi di “turbata libertà degli incanti” perché avrebbe influito indebitamente sulla predisposizione del bando di gara per la gestione per sei anni delle piscine scoperte di via Ferrabini e del parco del Belgiardino. E avrebbe messo a conoscenza di una bozza del bando anche amministratori della società mista Sporting Lodi, prima che avvenisse la pubblicazione. A fronte di una condanna in primo grado dell’ex sindaco a 10 mesi di reclusione, con pena sospesa, nel novembre del 2018 in tribunale a Lodi, la corte d’appello aveva ribaltato il verdetto ritenendo che il sindaco sarebbe rimasto entro il “margine di intervento” di indirizzo politico-amministrativo concesso anche dalla legge regionale di riferimento e non ci sarebbe stata collusione, cioè un accordo “clandestino” diretto ad alterare la concorrenza e influire sul normale svolgimento delle offerte. “Ci si deve confrontare con la necessità di non punire indiscriminatamente le mere irregolarità formali attinenti all’iter procedimentale”. La Procura generale di Milano aveva presentato ricorso per Cassazione ritenendo, al contrario, non sufficiente il fine “di bene pubblico” per non far sussistere il reato di turbativa d’asta, trattandosi, nella giurisprudenza consolidata, di un “reato di pericolo” che si consumerebbe a prescindere. Dichiarato inammissibile invece il ricorso della Procura generale milanese contro l’imprenditore Luigi Pasquini, la cui assoluzione con formula piena diventa quindi definitiva.

“Eppure il buio è stato creato per farci conoscere la luce… buona giornata…a prestissimo” è il commento che ha postato questa mattina Uggetti, che secondo fonti difensive apparirebbe «stanco» di questo calvario giudiziario.

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