Altro che drago Tarantasio, a lasciare a bocca aperta i pescatori lodigiani negli anni Duemila ci pensa il siluro. Lo sa bene Alberto Cremonesi, 25enne appassionato di pesca, che nei giorni scorsi si è trovato di fronte al “mostruoso” esemplare: domarlo, infatti, non è stato affatto semplice, i due hanno combattuto per una buona mezz’ora prima che il pesce cacciatore dell’Adda soccombesse.
«Dopo il lungo periodo di temporali e tempo instabile si è da poco aperta la stagione della pesca al siluro - racconta il giovane -. Durante tutto il mese ho dato la caccia a questo mostro di fiume nel Po ma con scarsi risultati, oggi (lunedì per chi legge, ndr) verso le 4, è stato il mio fiume, l’Adda, a darmi una grossa soddisfazione, regalandomi un grosso siluro maschio di circa un metro e 80 centimetri e con un peso di circa 40-50 chilogrammi». Un gigante alto quasi come Alberto, che si è lasciato fotografare steso accanto alla sua preda. «L’esemplare è stato catturato appena fuori Lodi, alle porte della città, dopo mezz’ora di combattimento estenuante - confessa Alberto -. Dopo le foto di rito, il pesce è stato ucciso. All’interno dello stomaco ho trovato pesci di ogni specie e addirittura un piccolo di nutria, nel nostro fiume si trovano esemplari come questo e anche più grossi». Già da diverso tempo le associazioni dei pescatori del Lodigiano hanno puntato il dito contro l’invasione di siluri nelle acque che scorrono nel territorio, a scapito dei lucci, pesce autoctono che in passato dominava questa zona. Proprio per questo motivo, insieme alla Provincia di Lodi, è stato predisposto un piano di contenimento.
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