Cavalli: «La lotta a Italia 90 nel Lodigiano l’ha fatta solo il comune di Zelo»

Come mai il comune di Zelo si è accorto che dietro Italia 90 c’era qualcosa di “strano” e negli altri comuni no? Giulio Cavalli interviene a gamba tesa sul caso della società di raccolta rifiuti che era attiva (e aveva sede operativa) nel Lodigiano e che è risultata essere un braccio imprenditoriale di Cosa nostra.«Il territorio si allarma di più per le fobie dei Rom» incalza il consigliere provinciale dell'Italia dei valori, che lamenta l’apatia di fronte a un caso così grave: «Come può il territorio non alzare la voce? Non scendere in piazza?». Ma l'attore e regista lodigiano non si ferma qui e chiama in causa Foroni: «Il comune di Maleo, dove alla poltrona di sindaco siede il presidente leghista della Provincia di Lodi, Pietro Foroni, ci è colpevolmente cascato» attacca commentando il fatto che Italia 90 era riuscita ad aggiudicarsi un appalto anche nel comune della Bassa.Immediata la replica del presidente della Provincia. «Prima la sinistra alza la voce chiedendo interventi atti a contrastare organizzazioni criminali di stampo mafioso, mentre, subito dopo, attacca iniziative condivise come la commissione antimafia per mezzo delle parole pronunciate dal consigliere regionale Cavalli. Vorrei ricordare al Consigliere Cavalli, che quando “cosa nostra” ha preso piede nel territorio della Provincia di Lodi, a governare la Provincia stessa e le imprese provinciali che si occupano dello smaltimento dei rifiuti, erano giunte dei suoi alleati di centro-sinistra e quindi dovrebbe chiedere a loro se sono stati effettuati tutti i necessari controlli per contrastare le infiltrazioni di stampo mafioso. E’ grazie alla mia amministrazione provinciale se su questo territorio si sono stoppate nuove discariche o ampliamenti delle discariche esistenti. Con noi il Lodigiano ha finalmente smesso di essere importatore di rifiuti. Se si creano impianti che importano da altri territori grandi quantità di rifiuti è più facile esser vittima d’infiltrazioni mafiose».

© RIPRODUZIONE RISERVATA