Centrodestra diviso in tre, a palazzo San Cristoforo ad avere la meglio sono i civici
PROVINCIA DI LODI Il Pd si posiziona vicino al centro, sempre più orientato a isolare Lega e Fratelli d’Italia
Centrodestra diviso con tre posizioni diverse, Pd vicino al centro e orientato a isolare Lega e Fratelli d’Italia, amministratori civici veri vincitori con un progetto molto poco politico e tanto territoriale. È la fotografia che esce dalla composizione della “giunta” provinciale, che poi giunta non è, dal momento che la riforma Delrio ha reso la Provincia ente monocratico, tanto che le deleghe sono ai singoli consiglieri e l’incarico rimane senza indennità.
Alla fine, il perimetro della maggioranza a Palazzo San Cristoforo è quello descritto da Osvaldo Felissari nel corso del primo consiglio provinciale, dove l’immagine dei cerchi concentrici ha definito nel primo cerchio più vicino alla presidenza il gruppo di amministratori civici di Lodigiano Terra Nostra, di cui lo stesso presidente Fabrizio Santantonio è al tempo stesso promotore ed espressione, oggi allargato all’alleanza programmatica con Forza Italia, e del Pd, che aveva sostenuto la candidatura di Fabrizio Santantonio due anni e mezzo fa contro il leghista Francesco Passerini.
Fratelli d’Italia aveva dato la sua disponibilità a sostenere il programma, e l’ha pure votato in aula nella forma dell’ordine del giorno programmatico presentato da Lodigiano Terra Nostra – Insieme. Per un po’ si è accarezzata l’ipotesi di una delega a Giulia Baggi, ma il nodo politico di far parte di una maggioranza insieme al Pd restava un macigno insuperabile. E quando Felissari, con acume, ha messo Fratelli d’Italia in un cerchio concentrico un poco più distante dal presidente, ha tracciato la linea: il partito della Meloni può sostenere Santantonio, ma non in un’organica alleanza politica, nemmeno basata su un programma territoriale. Con questa indicazione, Felissari ha tolto da ogni possibile imbarazzo il presidente provinciale di Fdi Francesco Filipazzi, stretto tra chi dei suoi chiedeva dialogo e chi invece chiudeva a ogni apertura. In molti in Fratelli d’Italia hanno tirato un sospiro di sollievo sapendo di non avere deleghe. La posizione di Fdi rimane quella di valutare di volta in volta i progetti e le azioni, in un’ottica di opposizione responsabile.
L’unica possibilità di sostenere direttamente la maggioranza era legata a una scelta di estremo coraggio, ma anche forse di incoscienza, del presidente Fabrizio Santantonio. Scelta che pure è stata valutata a fondo, ma poi esclusa, cioè quella di assegnare le deleghe solo al proprio gruppo, Lodigiano Terra Nostra Insieme, prendendo in aula i voti di Pd e Fratelli d’Italia. Strategia troppo rischiosa, sia per l’aperta contrarietà del Pd sia perché, dopo un anno e mezzo a cercare ogni volta mediazione per avere i voti in consiglio, il presidente vuole imprimere a questi due anni una maggiore velocità e incisività. In questo senso molti si aspettavano una delega a Elena Maiocchi, del gruppo dei civici. «Ma io ho aderito al progetto di Lodigiano Terra Nostra senza chiedere nulla in cambio, non ho bisogno di deleghe formali per lavorare a vantaggio del territorio – dice la diretta interessata -. Io sono a disposizione del progetto, e senza deleghe per assurdo posso essere ancora di maggior supporto al presidente e agli altri consiglieri delegati». Nel gruppo, la componente di Forza Italia avrebbe gradito un riconoscimento ancora più significativo, con la vicepresidenza espressa a Mauro Salvalaglio. Invece il presidente Santantonio ha voluto uscire da questa logica, restando sull’accordo programmatico, e non ha affidato l’incarico a nessuno.
Ed è curioso così come nessuno commenti la presenza organica di Forza Italia nella maggioranza, in parte perché era una strada già segnata dopo l’alleanza programmatica pre-elettorale, in parte forse perché è partito il lungo (e per nulla facile) lavoro di ricucitura del centrodestra. «Dagli incarichi è evidente la virata del presidente Santantonio verso sinistra, una virata opportunistica visti i pesi in consiglio provinciale – dichiara Severino Serafini della segreteria provinciale della Lega -. Questo conferma ancora di più la lungimiranza della scelta della Lega di chiamarsi fuori per tempo».
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