Come definisce il suo impegno?«Anche in passato, sin dall'impegno in consiglio comunale negli anni Novanta, credo di avere fatto “politica non partitica”. In realtà io più che da schieramenti parto da valori, da concezioni dell'Uomo conquistate nei secoli. Amo poco anche i partiti-persona, il leaderismo che infatti è ben lontano da Centro democratico. Ritengo perfettamente valida per l'attuale Europa la triade della Rivoluzione francese libertà-eguaglianza-fraternità. Eguaglianza, non egualitarismo che ne è la distorsione. Eguaglianza e solidarietà invece sono compatibili con l'applicazione sociale del cristianesimo, la dottrina sociale della Chiesa in altri termini. Il diritto all'istruzione; una buona sanità di base, l'assistenza alle fasce deboli, il reddito minimo: questi devono essere per tutti. Io modernamente aggiungerei la possibilità di movimento per tutti, quindi collegamenti efficienti casa-lavoro e in altri ambiti. Siamo al centro di un ciclo storico difficile, di un periodo in cui in qualche misura, per quanto sorprendente possa apparire, stiamo regredendo rispetto al 1789, non al 1989».Vediamo alcuni temi forti di carattere più locale...«Nel caso venissi eletto intanto mi ridurrei l'indennità a 1200 euro, destinando il resto ai cosiddetti “esodati”. Mi batterei per il trasporto pubblico, lo stesso che uso tutti i giorni per andare al lavoro da Mulazzano a Milano. La difesa dell'agricoltura è un altro punto cardine. Inoltre io ritengo che l'Italia e il Lodigiano debbano approfondire il concetto di “internazionalizzazione” delle imprese, ma non di delocalizzazione».Chiariamo questo punto...«Io penso di conoscere discretamente il Marocco. Bene: il Marocco cresce dell'8 per cento di Pil all'anno, ha il multipartitismo democratico, ogni regione ha uffici decentrati dei ministeri. E hanno grande “voglia d'Italia”, di made in Italy intendo. Eppure queste cose si sanno poco perché mal coordinate dalla nostra politica. Per il resto, io sono un europeista convinto e un euromediterraneo. Le giovani generazioni di immigrati devono avere la cittadinanza italiana. E tutti noi europei dobbiamo arrivare ad eleggere il presidente degli Stati Uniti d'Europa».
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