«Ho visto che i suoi respiri diminuivano. Gli ho dato delle gocce d’acqua da bere. Lui le ha mandate giù». Rukaia, la mamma di Mubarak Nassam, scuote la testa ricordando gli ultimi istanti della vita di suo figlio. Il suo primo figlio, che aveva solo 17 anni: «Ho visto morire mio figlio - racconta -. Ha respirato forte poi i respiri sono cessati. Dio vuole il suo bene, è per questo che sono ancora in piedi».
Mubarak, Muby per i tanti che gli volevano bene, originario del Togo, è stato colpito da un terribile tumore della pelle. Il male era partito dall’ascella, poi si era diffuso in tutto il corpo, arrivando al cervello. E domenica pomeriggio, intorno alle 18, se n’è andato.
Muby frequentava il corso per diventare elettricista all’Itis Volta e fino all’anno scorso giocava a calcio nel Montanaso. Sabato e domenica tutte le squadre della società giocheranno con il lutto al braccio e rispetteranno un minuto di silenzio per ricordare l’amico scomparso.
Sabato mattina, alle 9, l’Imam andrà all’hospice. Mubarak sarà lavato, vestito con la tunica bianca e profumato. Un’operazione questa che richiederà un paio d’ore. Poi parenti e amici potranno stare con lui. Alle 11.40 il corteo partirà da Casale e raggiungerà la moschea di Lodi, dove alle 12.30 si svolgerà la preghiera. Questo momento è aperto a tutti, sarà sufficiente che uomini e donne entrino a piedi nudi, negli spazi loro riservati. La sepoltura avverrà poi nel cimitero islamico di Milano.
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