Covid e attentati, la preghiera del vescovo Maurizio al cimitero di Riolo

Martedì la commemorazione dei defunti: «Non posso dimenticare quando durante il lockdown sono venuto qui»

Anche nel grigio novembrino che incombe sul cimitero di Riolo, rimane viva una certezza: «Non siamo soli. Nelle gioie e nelle difficoltà quotidiane, ci accompagna Gesù risorto dai morti, ci accompagna la vergine Maria Addolorata, ci accompagnano tutti i santi, ci accompagnano i nostri cari defunti». Ieri pomeriggio, il vescovo ha compiuto il triduo di suffragio nei cimiteri della città di Lodi, celebrando la Santa Messa tra i sepolcri di Riolo, dove insieme ai fedeli ha professato la fede nella resurrezione, «che colloca noi cristiani sempre in difesa della vita umana, della sua sacralità dal primo istante del concepimento all’ultimo respiro». Anche nel terzo cimitero cittadino, il vescovo ha ricordato tutti i lodigiani che riposano nei cimiteri della diocesi e in ogni parte del mondo: «Facciamo accorata memoria dei nostri congiunti, dei benefattori, degli amici di ogni età che ci hanno lasciato durante la pandemia, e non dimentichiamo quanti nel personale medico, infermieristico, ausiliario, hanno perso la vita assistendo gli ammalati, così come in ogni altro servizio, anche spirituale o sociale, nella sicurezza, nell’approvigionamento dei beni di prima necessità, nel lavoro, nell’educazione, nella solidarietà». Non è mancato un momento di accorata preghiera «perché siamo tanto sgomenti per questi attentati terroristici che si susseguono: così preghiamo per le vittime e per tutti i familiari che sono in pena, per la comunità umana che si sente tanto fragile anche per colpa nostra. Il Signore doni ai cuori e all’umanità quella pace che noi auspichiamo possa essere piena e perenne per i nostri cari defunti». Il vescovo Maurizio ha quindi ricordato la sofferenza di chi, nei giorni più dolorosi della pandemia, ha perso i propri cari senza nemmeno potersi accomiatare degnamente: «Non posso cancellare dalla mente quando, durante il lockdown, ho pregato davanti alle porte di questo cimitero – ha raccontato -. Mentre mi allontanavo, sono stato chiamato da alcuni familiari di defunti che avevano appena concluso il saluto frettoloso a un loro caro familiare. Mi veniva in mente Gesù quando andò dalle sorelle di Lazzaro, che gli imputarono di non essere stato presente proprio nel momento del bisogno: forse qualcuno ha temuto che il Signore fosse lontano, Egli invece asciuga le nostre lacrime nell’Eucarestia. Le nostre fatiche spirituali davanti alla fragilità e al nostro finire diventano una preghiera che lui gradisce anche a presentarla è la Madonna Addolorata. Così a Lei, che ha vegliato sulle salme di alcuni nostri defunti proprio nella chiesa dell’Addolorata in attesa di sepoltura, diciamo: dà il conforto di Cristo a quanti piangono i loro cari e ottieni dal tuo Figlio la pace eterna per tutti i nostri cari defunti». Col vescovo hanno concelebrato il parroco monsignor Padovani e monsignor Rossi con l’assistenza del diacono Ripamonti. n

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