“Caro pasto” per le mucche da latte. In sette mesi – spiega la Coldiretti Lombardia sulla base di un monitoraggio delle quotazioni sulla piazza di Milano da gennaio ad agosto – il mais è aumentato di oltre il 40 per cento e la farina di soia di quasi il 70 per cento: il primo è passato da 196 a 276 euro a tonnellata, mentre la seconda è balzata da 335 a 566 euro a tonnellata.
Si tratta di valori che interessano una regione con oltre 450 mila capi, 6.400 stalle e una produzione di circa 4 milioni e mezzo di tonnellate, ossia più del 40 per cento del totale nazionale.
“Considerato che circa il 75% della razione giornaliera di una vacca è composto proprio da soia e mais è chiaro l’impatto di questi aumenti – dice Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia - ed è altrettanto chiaro come sia necessario tornare a un tavolo di confronto con le industrie per riportare in equilibrio i prezzi del latte alla stalla senza toccare quelli al dettaglio, anche perché lungo la filiera ci sono spazi di manovra”.
Visto che a settembre scade l’accordo regionale che ha stabilito una media di 38,46 centesimi al litro “bisogna riprendere il ragionamento con l’industria e la grande distribuzione – conclude Prandini - è necessaria una nuova valorizzazione del latte italiano proprio in virtù del suo essere elemento essenziale e strategico dell’agroalimentare del nostro Paese e come tale deve essere riconosciuto”.
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