CRONACA Rapina milionaria alle porte di Lodi in casa di un imprenditore

Si spacciano per finanzieri e derubano una coppia a Postino, le forze dell’ordine al lavoro

I carabinieri indagano su una maxi rapina alle porte del Lodigiano. Secondo quanto dichiarato dalla vittima, i rapinatori si sarebbero spacciati per finanzieri per introdursi in casa e, tra minacce e violenza, hanno messo a segno un colpo milionario.

Questo è il racconto di Primo Costa, 81enne ex imprenditore immobiliare di Postino, molto conosciuto anche nel Lodigiano, che martedì mattina avrebbe ricevuto la visita di una banda di ladri truffatori: i carabinieri stanno indagando. «Tutto è iniziato verso le 10 - racconta la vittima -. Hanno citofonato e mia moglie, affacciandosi, ha visto gli uomini in divisa, ha aperto e mi ha tirato giù dal letto, così me li sono ritrovati in casa: erano almeno tre, avevano la casacca con scritto Guardia di Finanza, un medaglione al collo che sembrava un distintivo, e hanno detto che dovevano perquisire la casa. Era presente anche mio figlio. Erano armati di rivoltella ci hanno tolto i telefoni e hanno iniziato a minacciarci strattonandomi».

I sedicenti rapinatori - tutti e tre italiani, per quanto si potesse capire dalla parlata - avrebbero detto che seguivano la coppia da quindici giorni, e anche la moglie, 75 anni, conferma: «Sicuramente si muovevano in modo molto agile, sono saliti in un attimo come se sapessero la strada». Tutto è avvenuto in un grande edificio in centro a Postino, un complesso formato da più appartamenti di proprietà, ma abitato soltanto dalla coppia (anche se il marito ha residenza anagrafica altrove).

A stupire è senza dubbio la modalità della rapina, che secondo la vittima è durata più di tre ore, ma soprattutto l’entità del bottino che i ladri avrebbero portato via dall’abitazione: «Hanno preso sette chili di oro 24 carati in lingotti di vario peso, tutti i gioielli di mia moglie, una certa quantità di contanti e una serie di orologi di pregio tra cui Rolex, Patek Philippe, Piaget, Zenit, Breguet, per un valore complessivo sui tre milioni di euro».

Non c’era alcuna cassaforte: «Le casseforti sono inutili - spiega l’uomo -: con la pistola puntata, se anche l’avessi avuta ovviamente avrei dovuto aprirla». Dopo che i malviventi si sono allontanati, la vittima ha chiamato i carabinieri della stazione di Pandino, che sono intervenuti facendo un sopralluogo, e ha sporto denuncia contro ignoti. Le forze dell’ordine stanno facendo i doverosi accertamenti per capire la modalità dell’accaduto e quantificare il bottino, e stanno svolgendo le indagini di rito, guardando ad esempio i controlli dei varchi d’accesso del paese. Secondo la denuncia della vittima, il danno arrecato non era coperto da alcuna assicurazione. «Sto raccogliendo le fotografie dei gioielli da dare ai carabinieri» spiega la moglie, mostrando una foto di lei con al collo uno dei preziosi rubati.

L’uomo, invece, lancia un singolare appello ai ladri: «Voglio parlare a queste persone. Non li chiamo signori perché chi fa una cosa del genere è soltanto un ladro delinquente, ma vorrei dire loro una cosa: l’oro, ormai, l’avranno rivenduto, i contanti non mi importano, li avranno già spesi. Ma questi orologi sono oggetti rari, edizioni limitate che, senza le regolari certificazioni, sono difficilmente rivendibili a un prezzo accettabile. Invece di darli a un rigattiere per quattro soldi, riportatemeli, e sono disposto a pagarli un prezzo superiore».

Un furto di questo tipo, purtroppo richiama alla mente un altro episodio di cronaca avvenuto la scorsa settimana a Lodi, nel complesso della Spina Verde in via Ungaretti: una banda si era introdotta all’ultimo piano di un condominio e, quando un residente ha aperto la porta, l’ha minacciato per costringerlo a far entrare i ladri in casa e mettere a segno la rapina.

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