«Da noi non c’è spazio per i profughi»

Foroni è perentorio: «Problema internazionale»

Per gli immigrati in arrivo dal Nordafrica, a Lodi non ci sono posti. A dirlo è il presidente della Provincia, Pietro Foroni. «Non siamo ancora stati coinvolti - commenta l’avvocato di Maleo -; in ogni caso, non abbiamo vecchie caserme, né spazi per tendopoli o altre strutture adeguate per accogliere gli immigrati. L’hanno già detto anche i sindaci che non ci sono posti nei loro comuni».

Il presidente della Provincia è chiaro: «Il tema della guerra in Libia fino ad oggi è stato gestito a livello internazionale - dice - e questa cosa mi crea già delle perplessità. A maggior ragione, adesso, anche l’emergenza profughi deve essere gestita tutti insieme. Non può essere l’Italia l’unico paese a farsi carico di questo problema. Fino a che non si affronterà la questione a livello internazionale la mia posizione resterà contraria. E poi chi pagherebbe le spese dell’accoglienza? Gli enti locali che hanno già i bilanci in crisi? La mia idea coincide con quella del presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà».

Quest’ultimo, proprio ieri, ha ribadito «che la “grande Milano” non può offrire accoglienza agli immigrati che stanno fuggendo dai sommovimenti in atto nel Nordafrica. Troppi stati dell’Unione europea si ostinano - ha detto - a considerare i problemi mediterranei esclusivamente di competenza, e di responsabilità, dei paesi che, a causa della propria posizione geografica, rappresentano la porta d’ingresso in Europa. Non abbiamo le risorse sufficienti per poter fronteggiare, a tempo indeterminato, un’emergenza di queste proporzioni».

La Caritas lodigiana, invece, oggi avrà un incontro ai vertici per ipotizzare un intervento: «Vogliamo vedere come si muovono le istituzioni e cosa decide la Caritas italiana - spiega il presidente della Caritas diocesana don Davide Scalmanini -, poi decidiamo». Il Comune di Lodi è in attesa di indicazioni: «Fino ad oggi - fanno sapere - non c’è ancora alcuna nota da parte delle altre istituzioni». Ieri il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha ribadito di aver presentato un piano ai governatori regionali: ogni regione dovrebbe accogliere 1000 eventuali immigrati libici ogni milione di abitanti. Tenuto conto delle aree del Sud già sovraffollate, alla Lombardia ne spetterebbero 9mila. Ieri però, sia dagli uffici del presidente Roberto Formigoni che da quelli della prefettura di Lodi non sono arrivati aggiornamenti. Nei giorni scorsi si parlava di un’area a Peschiera, ma il primo cittadino Antonio Falletta non ha ricevuto ancora «richieste in merito. L’area dell’aeronautica - dice - è abbandonata da anni e non è praticabile».

Continua, invece, l’attività dei volontari lodigiani che si sono “rimboccati le maniche” sul fronte estero. La Croce rossa di Lodi ha inviato nel campo allestito al confine tra la Tunisia e la Libia 4 volontari e altri 3 nel centro di Mineo, “il residence degli aranci” destinato dal governo a ricevere tutti i richiedenti asilo già presenti in Italia per liberare, anche se non è ancora chiaro perché, i 9 Cara, centri di accoglienza per i richiedenti asilo sparsi in Italia.

Cristina Vercellone

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