«Dare vita ai giorni»: scatti di speranza dalle cure palliative - VIDEO
Nel chiostro dell’Ospedale Vecchio una sezione del Festival della fotografia etica dedicato al no profit
“Vita ai giorni”, non giorni alla vita. Lasciare la vita sulla terra sereni si può, se a muovere i fili è l’unità di cure palliative dell’Asst di Lodi, guidata da Diego Taveggia e formata da operatori speciali. Lo testimonia, più di tutte, lo scatto che mostra il medico che ride di gusto insieme al suo paziente, seduto sul letto. Il chiostro dell’ospedale vecchio di Lodi ospita gli scatti di Michele Cazzani, originario di San Donato, fotografo dell’agenzia Photo Aid e di Nicola Demolli Crivelli: una narrazione per immagini dell’esperienza delle cure palliative a contatto con i malati, in hospice e a casa. Lo raccontano restituendo il dolore di quei momenti, ma anche la loro energia positiva. Due anni fa, l’Asst aveva presentato un video, pubblicato su yuotube, per celebrare i 10 anni di attività, che ha collezionato oltre 10mila visualizzazioni. Adesso, la direzione del festival della fotografia etica ha deciso di accogliere quelle foto all’interno della rassegna. Il direttore generale dell’Asst Salvatore Gioia, lunedì, in occasione della presentazione della mostra, ha voluto ringraziare il dottor Taveggia, ma anche la fondazione della Banca Popolare di Lodi, rappresentata dal presidente Duccio Castellotti e le associazioni che hanno collaborato, Pallium e il Samaritano. «Gli ultimi giorni - ha detto il direttore - possono essere riempiti di momenti di gioia e felicità da condividere con i familiari. Dalle immagini traspare una grande umanità. L’obiettivo è sensibilizzare sul tema della speranza anche quando di speranza sembra non ce ne sia più. Un grazie va a tutti gli operatori, alla fondazione e a tutte le associazioni che ci supportano; queste iniziative hanno bisogno anche di contributi economici per andare oltre il dovuto istituzionale». «Shakespeare dice che il dolore ha bisogno di parole, noi aggiungiamo “anche di immagini” - annota Castellotti -. Sono tanti i progetti che la fondazione della Banca Popolare di Lodi sostiene, a partire da quello sul ritardo evitabile, ma anche la formazione dei medici o le iniziative dell’infettivologo Angelo Regazzetti: quando viene messa al centro la persona, noi ci siamo. Significativa anche la scelta del chiostro per questa mostra, un corridoio dal quale entra la luce».
Per la prima volta, ha ribadito Alberto Prina curatore del festival, «nasce, all’interno della rassegna, lo spazio no profit del Lodigiano. Abbiamo riunito nel chiostro tre mostre di associazioni locali. Un’idea vincente. Nei primi due weekend il festival ha totalizzato oltre 2mila visitatori». «La speranza -annota Taveggia, presente insieme allo psicologo Giulio Costa - si tocca con mano quando si fa il lavoro che io e l’equipe che sono qui a rappresentare porta avanti. Sono giorni intensi, densi di sofferenza, ma a fianco di questa sofferenza ci sono dei momenti in cui viene a galla il meglio delle persone».
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