(ore 14) Come preannunciato i due 30ennei accusati dell'omicidio del cassonetto si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, rimanendo in silenzio davanti al giudice per le indagini preliminari. Durante l’interrogatorio di questa mattina i legali hanno contestato il fermo e chiesto la liberazione degli accusati, uno dei quali è originario di Codogno.
(ore 9) Sarà questa mattina l’interrogatorio in carcere dei due piacentini accusati dell’omicidio del professore universitario di 77 anni Adriano Manesco, fatto a pezzi e chiuso in una valigia poi gettata in un cassonetto di via Gandini a Lodi.
Nel frattempo ieri la procura di Piacenza ha assegnato l’incarico dell’autopsia a un pool di medici legali, che hanno già eseguito l’esame ieri per accertare la causa e l’orario della morte. Gli esiti saranno disponibili fra 60 giorni. A un biologo è stato affidato l’incarico di fare gli esami del dna sui resti del docente, mentre un consulente tossicologo dovrà verificare se nella vittima ma anche nei due imputati ci siano tracce di sostanze allucinogene, farmaci e altro ancora.
«Mi sembra un passo che dimostra la volontà della procura di fare indagini a 360 gradi senza rigettare a priori la versione fornita dal mio assistito nelle prime ore - spiega Andrea Bazzani, difensore del 30enne di Fiorenzuola ma originario di Codogno G.C. -. Lui finora ha ammesso solo quello che è successo dopo l’omicidio, ovvero il viaggio fino a Lodi con la valigia»
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