«Santa Chiara è un istituto di eccellenza per il Lodigiano. Dobbiamo mantenere forte il legame con la città». A dirlo il capogruppo del Partito democratico in Broletto, Demetrio Caccamo. Al suo terzo mandato in consiglio comunale, l’esponente Pd ha ieri illustrato le ragioni del suo “sì” convinto al progetto di fondazione per la casa di riposo. Un piano che ha incassato la scorsa settimana il via libera della stragrande maggioranza dell’assemblea municipale.
Ci spiega perché volete trasformare Santa Chiara in una fondazione?
«La legge regionale ci ha obbligato a fare questa scelta. Il nostro obiettivo è quello di mantenere un legame stretto e territoriale con la casa di riposo, mentre la legge regionale va in un’altra direzione. Voglio ricordare che Santa Chiara è un fiore all’occhiello per il Lodigiano, che si è distinta per oculata gestione, contenimento dei costi e chiusura del bilancio in pareggio (risultato ottenuto nel 2013). Per questo abbiamo cercato di studiare tutte le alternative possibili, rispetto alla disciplina regionale. E la fondazione ci è sembrata la scelta migliore».
Cosa cambierà per gli ospiti?
«Con la fondazione riusciremo a mantenere queste condizioni di eccellenza. Al contrario con la regionalizzazione lo scenario sarebbe diverso, perché ad oggi non possiamo sapere quali scelte verranno intraprese dal Pirellone».
Come Pd potrete garantire che nei prossimi anni non aumenteranno le rette?
«Con la fondazione ci saranno rette calmierate, come si sono mantenute in questi anni. In più il Comune di Lodi continuerà a fare la sua parte per sostenere gli ospiti della struttura. Attualmente sono circa 300mila euro annui che vengono erogati per la casa di riposo».
Sul progetto di fondazione rimangono però le proteste. I dipendenti parlano di una “privatizzazione”...
«Come già detto dalla direttore generale, dottoressa Bruno, viene data una garanzia a tutti i livelli. Al di là delle informazioni che circolano, i dipendenti sarebbero più tutelati sotto la fondazione rispetto alla regionalizzazione. Questo viene indicato nello statuto, che è stato elaborato dopo un lungo lavoro ed è stato esaminato anche da autorevoli legali. Sfido chiunque a trovare queste garanzie nella larga parte degli istituti per anziani della Lombardia, che sono fondazioni».
I sindacati sostengono di aver già raccolto molte firme contro il “no” alla fondazione. Ma la città vuole davvero questo progetto?
«Voglio ricordare che sono state diverse le personalità illustri del territorio, che si sono costituite in un comitato, che si sono schierate. Sono figure che rappresentano grosse fette della città, come Auser, Unitre, poi hanno aderito gli ex presidenti di Santa Chiara. Io credo che la città sia a conoscenza di questo piano, forse quello che ora dovremmo fare di più è scendere in piazza e cercare di spiegare come stanno le cose»
Le forze sindacali annunciano un ricorso al Tar. Questo rischia di affossare il progetto?
«Questa iniziativa che è stata annunciata rischia di aumentare una confusione che di per sé non esiste. Quando però entra la magistratura il rischio è di inquinare una scelta che poteva essere fatta in modo più condiviso. Devo dire che qualche preoccupazione c’è, perché la magistratura potrebbe dare solo una fredda lettura tecnica, senza badare ad un impianto più territoriale del piano».
La Lega parla di “spartizione di poltrone”. Secondo indiscrezioni, al Pd spetterebbe il futuro presidente della fondazione, mentre al gruppo di Colizzi andrebbe il vice. È vero?
«Delle nomine non abbiamo ancora parlato. Per noi è importante fare passare la nostra volontà di impegno politico in questa vicenda. E poi non nascondiamo dietro un dito, chi solleva questi argomenti, la Lega nord, mi sembra che sia ben rappresentata dalle partecipate a tutti i livelli. Lo stesso esponente della Lega nord Matteo Boneschi, che ha sollevato questo punto, mi sembra che sia nel Parco tecnologico. E poi voglio rispondere alla polemica di Lorenzo Maggi del Pdl, rivolta contro Gianmaria Mondani del Pd. Mondani non è intervenuto in aula perché eravamo già intervenuti sul tema sia io che Aurelio Ferrari. Maggi è in un gruppo da solo, ma noi siamo in 11 nel gruppo, quindi non possiamo intervenire tutti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA