Un agente immobiliare di Lodi e tre suoi complici, fra cui una donna, sono stati arrestati dai carabinieri di Lodi per associazione a delinquere finalizzata alla truffa. L’uomo, R.B. di 42 anni, originario di Napoli ma residente in città, avrebbe utilizzato i dati dei propri clienti, comprese le coordinate bancarie, per fare documenti falsi e con questi prelevare contanti (fino a 1500 euro alla volta) dai conti correnti dei malcapitati. In sei mesi circa, dal giugno al dicembre 2011, sarebbero stati sottratti almeno 50mila euro.
R.B. ora si trova agli arresti domiciliari, mentre l’agenzia, vicina al centro, è chiusa. Della banda facevano parte anche G.I., romano di 35 anni domiciliato a Stradella, e P.M., napoletano di 28 anni di Castiraga Vidardo, entrambi già arrestati l’aprile scorso per altre rapine messe a segno a farmacie e distributori di carburante e tutt’ora in carcere. V.M., l’unica donna del gruppo, 31enne di Agnadello, è anch’essa ai domiciliari.
Ognuno di loro aveva un ruolo ben preciso e questo, una volta dimostrato, ha permesso ai carabinieri di accusarli di associazione a delinquere e di ottenere dalla magistratura la custodia cautelare. Altrimenti se la sarebbero tutti “cavata” con una denuncia a piede libero.
Le indagini, condotte dalla stazione carabinieri di Lodi agli ordini del maresciallo Saverio Napolitano, erano partite nel settembre 2011 quando alcune persone si presentarono a fare denuncia dicendo di aver scoperto prelievi fatti sul proprio conto corrente. La cosa strana era che in banca non risultava nessuna anomalia perché i prelievi risultavano fatti con i documenti in regola. Altre denunce simili sono arrivate anche alla stazione carabinieri di Sant’Angelo, e incrociando i dati raccolti i militari hanno scoperto un elemento in comune fra tutte le vittime del presunto raggiro: di recente avevano avuto a che fare con un’agenzia immobiliare di Lodi, a cui avevano fornito i loro dati personali.
A quel punto sono scattate indagini mirate. Il titolare è stato tenuto sotto controllo e sono stati fatti accertamenti anche sulle sue amicizie e conoscenze. E così si è scoperto, poco alla volta, che era lui stesso a fornire i dati dei propri clienti ad altre persone che li utilizzavano per quelle truffe. Con delle carte di identità “in bianco” rubate a Chignolo Po producevano documenti falsi con le generalità delle vittime, applicavano la foto di G.I. e poi lui stesso si presentava agli sportelli per chiedere contanti, non prima però di aver chiesto il saldo del conto per sapere quanto poteva attingere. In genere non si presentava alla filiale dove la vittima aveva aperto il conto, ma in altre filiali della stessa banca.
Le vittime accertate, da giugno a dicembre, sono 11; si tratta per lo più di lodigiani, con almeno 40 prelievi effettuati sia a Lodi che nelle province di Pavia, Cremona, Bergamo e nel Sudmilano. I soldi poi venivano spesi quasi subito. Il “giochetto” si è interrotto in dicembre, quando a Cavenago, nella filiale della Bcc di Borghetto, gli operatori si sono insospettiti di fronte alla richiesta di un prelievo (la “voce” di queste truffe ormai girava da un po’ in ambito bancario) e hanno chiamato i carabinieri, che hanno fermato G.I. davanti all’ingresso. Le truffe a quel punto si sono interrotte, mentre solo venerdì scorso l’autorità giudiziaria ha emesso gli ordini di custodia cautelare.
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