Il sabato e la domenica a distribuire giornali, porta a porta. Con la promessa di un contratto e di uno stipendio. Il primo non si è mai visto e i soldi sono arrivati solo a metà. È successo a un 32enne di Lodi Vecchio che, per arrotondare l’altro stipendio, aveva accettato di lavorare anche in nero. Gli davano 100 euro a week-end e gli ci volevano tra le 8 e le 14 ore per distribuire tutti i giornali. È rimasto vittima, secondo quanto denunciato dallo stesso, presso la questura di Lodi, di un sistema di appalti e subappalti: un incastro di scatole cinesi che ha avuto come esito lo sfruttamento suo e di altre persone. «Poste italiane, infatti, aveva dato in appalto il lavoro ad una società esterna, la quale, a sua volta - racconta -, lo appaltava ad altri e ad altri ancora. Ho incontrato questi padroncini perché si occupavano del trasporto dei documenti nella mia ex azienda. Cercavano gente che consegnasse i quotidiani in abbonamento, nelle case, il sabato e la domenica. Io ho accettato, con la promessa di un contratto. Non solo il contratto non è mai arrivato, ma non ho preso neanche tutti i soldi promessi».
Il 32enne lodigiano ha lavorato da maggio 2011 a maggio 2012, ma ha preso lo stipendio per 10 mensilità.
«Il padroncino - racconta - mi prometteva che mi avrebbe pagato. I soldi, invece, non si sono mai visti. Mi deve ancora mille euro, 100 a week-end, per la distribuzione in due “linee”, cioè due gruppi di paesi, un totale di circa 220 giornali. Tutti i giorni andavo nella sede di via Fascetti a ritirare i quotidiani. Un giorno, all’improvviso, mi sono ritrovato, senza preavviso, il doppio dei giornali da consegnare. Ho chiesto chiarimenti al padroncino; mi ha detto che avrei dovuto consegnarli tutti. Voleva dire il doppio del lavoro. Ci ho provato, ma è stato un disastro: ho finito tardissimo e metà dei giornali sono rimasti in macchina. Alla linea di Crespiatica, Tormo, Boffalora, Lodi, Abbadia, Corte Palasio, Lodi Vecchio, Tavazzano e dintorni, mi avevano aggiunto anche l’area a Nord con Sordio, Casalmaiocco, Mulazzano, Zelo, Merlino e Cervignano. Ho detto che non ce la potevo fare, che mi sarei occupato di una linea soltanto. Appena data la comunicazione ho visto arrivare una Hjundai e 4 africani a bordo: hanno caricato i giornali e sono partiti. In tutto adesso questo signore, tra i soldi che deve a me e agli altri colleghi, dovrà sborsare circa 20mila euro. Speriamo che la questura riesca a fare qualcosa. Ho provato a chiamarlo diverse volte, ma si è reso irraggiungibile».
Il segretario della Cisl Giovanni Martorana promette di occuparsi del caso. «Quello dei subappalti è un circolo vizioso - dice preoccupato -. Vogliamo chiedere un contratto di settore per evitare che sorgano questi problemi». «Se i subappalti avvengono tra persone fisiche è difficile poi intervenire sindacalmente - commenta per la Cgil Lorenzo Matteucci -. La fame di lavoro è talmente pesante che per lavorare si arriva ad accettare qualsiasi cosa. Anche noi abbiamo avuto notizia di irregolarità fino all’anno scorso. Da quest’anno, invece, i pagamenti sono regolari e non ci sono problemi, Abbiamo dovuto intervenire anche per la cooperativa di pulizie. Ora la situazione è stata risolta».
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