Un verdetto atteso ma assolutamente non scontato quello di ieri del gup di Catanzaro Livio Sabatini, che ha assolto con formula piena, «perché il fatto non costituisce reato», il sedicente fotoreporter lodigiano R.O., 44 anni, e il suo concittadino di 57 anni R.P., che erano stati arrestati all’inizio di dicembre del 2010 su richiesta della Dda di Catanzaro per “traffico internazionale di stupefacenti” nell’ambito dell’operazione Overloading, che sferrò un duro colpo alla ‘ndrangheta. R.P. per questa vicenda era già finito sotto protezione come “collaboratore di giustizia”, R.O. invece se n’era sfilato diversamente. «Quello che è emerso con chiarezza - sottolinea il difensore del 44enne, l’avvocato Tiziana Bertoli di Lodi - è che non aveva rapporti diretti né tantomeno affiliazioni con la criminalità organizzata. È un verdetto che dà soddisfazione, e che premia la linea della difesa, in una vicenda che può apparire fuori dall’ordinario». I due lodigiani, ha ricostruito la guardia di finanza, avrebbero proposto al colonnello dei carabinieri di Bolzano L.V. le modalità per importare un carico illecito dal Sudamerica. I lodigiani si sono difesi sostenendo che ritenevano si trattasse di titoli di stato. L’accordo prevedeva che in aeroporto a Fiumicino, nell’agosto del 2008, si presentasse a ritirare le valigie un diplomatico corrotto della Liberia, che grazie all’immunità avrebbe evitato i controlli doganali. In realtà è un’enorme beffa e il diplomatico non esiste. A un certo punto però i lodigiani capiscono che è in arrivo mezzo quintale di cocaina e che dietro c’è la ‘ndrangheta, ed è la Finanza a organizzare al loro posto la messinscena: al posto del diplomatico c’è un agente della Dea americana, il carico finisce sequestrato. Le indagini proseguono e a fine 2010 scatta il blitz. Ottantaquattro gli imputati, 496 gli anni di carcere inflitti ieri in udienza preliminare. Al colonnello L.V., cui furono sequestrati anche armi da guerra ed esplosivo, sono stati inflitti 12 anni. R.O. era apparso convincente già al gip di Lodi, che non aveva convalidato il fermo, e a Catanzaro, dopo un lungo interrogatorio, era stata poi revocata la misura cautelare. In udienza però il pm aveva chiesto la condanna. Per il giudice, invece, non c’è stato reato. L’importazione di droga era di fatto diventata un’operazione sotto copertura e la promessa fasulla della disponibilità di un diplomatico, avendo per oggetto un fatto illecito, non può essere considerata una truffa.
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