Due giovani lodigiani ”vegliano” sulla salma di Papa Bergoglio

SERVIZIO Riccardo Savarè e Gabriele Gorla dell’Azione cattolica in San Pietro accanto alle Guardie svizzere

A fianco di Papa Francesco, nell’ultimo tratto terreno del suo percorso. Accanto alle Guardie svizzere, per vegliare la salma del Sommo Pontefice, partecipando ad una tradizione antica dell’Azione cattolica che veglia i pontefici nell’ora della morte dal 1878 e dalle esegue di Pio IX. Ci sono anche due giovani lodigiani a vegliare sulla salma di Papa Francesco nella Basilica di San Pietro a Roma. Sono Riccardo Savarè e Gabriele Gorla, rispettivamente 22 e 25 anni, entrambi di Lodi, a Roma con la delegazione dell’Ac nazionale. Studente di Economia, impegnato nel percorso della laurea magistrale a Bologna, il 22enne Savarè, anche incaricato della Lombardia per il Movimento studenti Ac, ha vegliato accanto al pontefice, per un turno di un’ora, tra le 23 e le 24 di mercoledì, ma l’esperienza per lui si è poi protratta fino alle 2.30 del mattino, per il fiume di fedeli che continuava a fluire dentro la Basilica. Una testimonianza d’amore travolgente, che ha colpito e commosso anche i giovani lodigiani.

«È difficile raccontare il turbinio di emozioni provate - spiega Riccardo a Il Cittadino - : entri e ti senti quasi disorientato, frastornato dalla pesantezza della perdita di una guida che ha saputo parlare al mondo e a noi giovani della dolcezza del Vangelo, ma hai il cuore colmo perché sei parte di qualcosa di più grande». Accanto al pontefice, i giovani hanno potuto assistere, da un punto di osservazione privilegiato, alla testimonianza senza fine di affetto arrivata dalle migliaia di fedeli, «persone di ogni età e nazionalità, molte che piangono, in un momento intenso e toccante, fatto di silenzio e di lutto - racconta Gabriele Gorla, che ha invece svolto un primo turno di veglia ieri pomeriggio, dalle 17 alle 18 - : ti ritrovi in un movimento storico che guarda però anche al futuro, fatto da tante persone che si muovono e si uniscono perché hanno ritenuto significativa una persona che non ha concluso tutto con la fine della sua vita, e che rappresenta qualcosa che finisce e che inizia». Un momento che per i giovani è anche di preghiera intensa e riflessione. «Mi sono passate in mente tante parole e immagini del Papa - continua Savarè - e mi sono soffermato in particolare sul discorso del 25 aprile dello scorso anno, quando Papa Francesco aveva parlato di tre abbracci, quello che manca, quello che salva e quello che cambia la vita e ho pensato che il suo popolo era lì per ricambiare quell’abbraccio e quell’amore che Papa Francesco ha sempre avuto per tutti, soprattutto per coloro che di abbracci non ne ricevono, come gli ultimi, i carcerati, i migranti». I due giovani saranno coinvolti in altri turni di veglia, chiamati a stare a pochi passi da Papa Francesco per il loro ideale abbraccio, a nome di tanti giovani dell’Azione cattolica.

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