Continua la “battaglia” tra Gianpiero Fiorani e il Fisco. L’ex amministratore delegato della Banca Popolare di Lodi ha proposto ricorso contro la sentenza pronunciata dalla Commissione tributaria provinciale di Lodi sul “caso Mizar”. Una sentenza, arrivata lo scorso 9 giugno, che lo aveva condannato a pagare circa 15 milioni di euro fra tassazione recuperata e sanzioni amministrative per il biennio 2003-2004 per una transazione immobiliare dal valore di circa 64 milioni di euro.
I legali di Fiorani hanno impugnato la sentenza di primo grado presso la Commissione tributaria regionale di Milano, presentando una memoria di circa ottanta pagine, nella quale ribadiscono la linea difensiva sostenuta davanti alla Commissione tributaria di Lodi e avanzano numerose eccezioni di carattere tecnico. Contro la richiesta del “pool” di legali di Fiorani, del quale fanno parte tributaristi e commercialisti, si è costituita in giudizio l’Agenzia delle entrate di Lodi, l’ente che ha contestato a Fiorani il mancato pagamento delle imposte nell’operazione. Spetterà ora alla Commissione tributaria regionale fissare la data del dibattimento di secondo grado: la prima udienza potrebbe svolgersi entro l’estate.
Intanto, dal momento che la sentenza di primo grado pronunciata a Lodi è esecutiva, l’Agenzia delle entrate ha già proceduto con l’iscrizione a ruolo in via cautelativa. Sarà ora Equitalia Sardegna (Fiorani è residente ad Arzachena) a occuparsi del recupero della cifra che - sentenza della Commissione tributaria alla mano - l’ex amministratore delegato deve versare all’Erario.
Per delineare l’operazione Mizar occorre partire da un “pacchetto” di 54 immobili di proprietà delle Casse del Tirreno, finiti nella disponibilità della vecchia Banca Popolare di Lodi (che aveva acquisito l’istituto di credito toscano nel suo percorso di crescita). Nel 2002 viene costituita la Mizar, società che controlla gli immobili ex Casse del Tirreno. Mizar a sua volta è controllata dalla Basileus, che a sua volta è controllata da Bipielle Real Estate, la “cassaforte immobiliare” della Banca Popolare di Lodi. Le quote di Mizar (e gli immobili) a un certo punto passano di mano, vendute a una società estera, la Yol Trading. Società di cui, secondo la ricostruzione fatta dall’Agenzia delle entrate, Fiorani sarebbe stato socio occulto. L’ultimo passaggio è la vendita degli immobili alla Cre.Sen per un ammontare di 64 milioni e mezzo di euro. Parte di questi soldi però - sostiene il Fisco - sono stati girati “in nero” estero su estero alla Yol: si tratta di circa 13 milioni e mezzo di euro. E proprio su questa cifra l’Agenzia delle entrate ha chiesto a Fiorani di pagare imposte e sanzioni. L’operazione Mizar era stata segnalata nel 2005 dalla procura di Milano.
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