Ecco il virus del Covid negli scarichi di Lodi, la quantità può prevedere i futuri contagi

L’Istituto Mario Negri e la Statale in collaborazione con Sal hanno prelevato campioni al Costino durante la prima ondata

Se già a dicembre del 2019 nelle acque di scarico di Milano era presente il Dna del virus Sars-Cov-2, responsabile del Covid-19, come indicato da un precedente studio su campioni che erano stati conservati per altri motivi, è in questi giorni in pubblicazione un pre print relativo a campionamenti mirati eseguiti da ricercatori dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, della Statale di Milano e con la partecipazione di Regione Lombardia che ha confermato questa presenza anche nelle acque reflue della città di Lodi, campionate in collaborazione con la società Sal. Centosette campioni sono stati prelevati nei collettori di ingresso delle città di Bergamo, Brembate, Ranica, Brescia, Cremona, Crema e Lodi, in un periodo compreso tra la fine di marzo e l’inizio di giugno del 2020, corrispondente alla prima ondata del Covid-19 in Italia.

I ricercatori coordinati da Sara Castiglioni dell’Irccs Negri hanno elaborato una metodica di sterilizzazione dei campioni con raggi ultravioletti o calore e hanno estratto campioni da sottoporre poi a sviluppo Pcr per arrivare a una conta standardizzata del numero di copie dell’Rna virale, parametrata al volume totale delle acque di scarico delle città e al numero di abitanti. Il risultato è una curva nel tempo che secondo i ricercatori può anche essere predittiva, a due settimane, del futuro andamento dei contagi da Covid-19, riguardo al numero di casi attivi.

Su 107 campioni totali, il 61% contenevano Rna virale misurabile. Il numero più alto di campioni positivi nell’arco dei due mesi e mezzo è stato riscontrato a Bergamo (87%), mentre a Lodi nel 61,5%. Riguardo alla densità stimata di virus negli scarichi, il valore più alto è stato trovato a Brembate nella prima settimana dall’inizio dello studio (30 marzo-6 aprile), quando anche a Lodi si è registrato il valore più alto, comunque 4 volte inferiore rispetto a Brembate. Ci sono alcune città svizzere, ma anche Lubiana in Slovenia, che già pubblicano on line il grafico quotidiano della concentrazione del virus nei loro depuratori. In Italia invece siamo fermi a livello di studio. Il metodo è ritenuto valido per monitorare ogni epidemia.

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