Elena Sansoni, il giorno del dolore
La giovane è morta schiantandosi contro un autocarro
Il giorno dell’ultimo abbraccio, prima di quello per l’ultimo saluto. Per i genitori di Elena Sansoni, la 25enne lodigiana scomparsa sabato mattina in un tragico incidente sulla 235, è arrivata l’ora del riconoscimento della salma della figlia. Un atto doloroso, eppure comprensibilmente atteso da chi più di tutti ha amato questa ragazza solare e determinata, falciata troppo giovane dalla vita che con piglio si stava costruendo. Una sofferenza perderla, e un’ansia insostenibile dovere aspettare per darle l’ultimo possibile omaggio, quello dell’addio; a provvedervi, rimuovendo ogni ostacolo residuo, sarà l’arrivo a Lodi del medico legale, inizialmente previsto per ieri e rimandato a oggi pomeriggio alla camera mortuaria dell’ospedale Maggiore. Fatto ciò, la povera Elena potrà finalmente tornare da mamma Carla Bertocchi e papà Carlo Sansoni, cui una signorilità autentica prova a dare forza anche nelle ora dell’incredulità e dello strazio; dopo di che, fissata data e luogo per le esequie, anche per tutti coloro che la 25enne hanno avuto la fortuna di conoscerla e apprezzarla arriverà l’occasione per salutarla un’ultima volta. Dipendente della lavanderia Cipelli di Borghetto, Elena Sansoni era conosciuta e benvoluta da tanti. Parenti, amici e colleghi, sconvolti dalla disgrazia che l’ha portata via in un battito di ciglia, mentre con la Fiat Punto aziendale si stava recando al lavoro al Fatebenfratelli di Milano. L’impatto frontale con un autotreno carico di giostre, avvenuto nei pressi del Mercatone Uno, non le ha dato scampo, nonostante i disperati tentativi dei soccorritori di sottrarla alla morte. Nulla da fare: ma se il destino l’ha strappata per sempre dalla vita, non potrà cancellarla dal ricordo di tutti coloro che negli anni, quotidianamente, si sono innamorati della sua solarità, della sua brillantezza e della sua voglia di fare per sé e per gli altri. Un ultimo saluto ancora, per dirle ciao e magari “arrivederci”, è tutto ciò che adesso manca a chi le ha voluto bene: il resto è memoria, e chiedersi una volta di più, senza volerlo, “perché”.
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