Emergenze: promosso il 118 di Lodi

Tempi di soccorso tra i più veloci in Lombardia

Le ambulanze del 118 di Lodi sono tra le più veloci. A dirlo sono i dati diffusi da Maurizio Raimondi e Giorgio Beretta, responsabili delle centrali di Pavia e Lodi (chiamate Aat, Articolazione aziendale territoriale). Se il tempo medio di arrivo sul posto, a livello regionale, è di 14 minuti, nel Lodigiano è di 11,5. Il bilancio di questi primi 10 mesi di attività a centrali operative accorpate è «positivo». L’ottimo, secondo gli esperti, sarebbe potenziare con un mezzo la fascia d’emergenza più gettonata, quella tra le 10 e le 12 e dotare le automediche di un secondo ecografo. I problemi che ci sono nelle grandi città come Roma, però, dove i pazienti restano ore sulle barelle delle associazioni di soccorso perché gli ospedali scoppiano, secondo i referenti del territorio, nel Lodigiano non ci sono.

«Il tempo - spiega Raimondi, anestesista e rianimatore - è calcolato dal momento in cui rispondiamo alla chiamata a quello in cui il mezzo arriva sul posto. Per i codici rossi abbiamo un tempo di 11 minuti, 12 per i gialli e 12 per i verdi. Una mediana quindi dell’11 e mezzo, contro quella lombarda di 14. Non possiamo lamentarci».

A Pavia, i pazienti in codice rosso aspettano 10 minuti, 11 i gialli e 13 i verdi. «Nel Pavese - spiega il medico - abbiamo distanze differenti, con la collina di mezzo, ma facciamo comunque meglio rispetto alla media regionale».

Sui codici rossi i più virtuosi sono i milanesi. Qui l’attesa è tra i 9 e i 10 minuti, ma i verdi arrivano ad aspettare fino a una media di 17. In Molise la media è di 22 minuti, in Piemonte e Umbria di 18, in Abruzzo di 24. «Fare meglio di noi è molto difficile - ammette Raimondi -, si potrebbero aumentare i mezzi, ma sono già ben distribuiti. Un’automedica costa un milione e 200mila euro all’anno e un’ambulanza 350mila, non è facile potenziarle. Su Lodi non ci sono grosse criticità, dobbiamo ragionare insieme al dottor Beretta se è possibile ottenere qualche mezzo in più nell’ambito delle nuove convenzioni. Le associazioni di volontariato però sono molto disponibili. Quando ha nevicato, per esempio, ci hanno messo a disposizione subito dei mezzi in più». «La fascia nella quale lavoriamo di più è quella tra le 10 e le 12 - precisa Beretta -. Mi piacerebbe riuscire a reclutare qualche ambulanza in più in questo periodo. Servirebbe poi un ecografo per l’automedica di Casale. Attualmente ha l’ecografo solo l’automedica di Lodi. Stiamo già predisponendo la formazione di tutti gli infermieri sull’ecografo del pronto soccorso. Quest’ultimo è uno strumento molto importante. Abbiamo appena realizzato un congresso su ecografia e anestesia. Il direttore generale Giuseppe Rossi si è espresso a favore di un ospedale ecograficamente competente. Nei prossimi anni l’ecografo sarà come il computer oggi. Ce l’avranno tutti».

Nel 2012 il servizio di emergenza urgenza di Lodi ha affrontato poco meno di 18mila casi, esclusi gli eventi di guardia medica. A fare la parte del leone sono i malori. «Da marzo ad oggi - dice Beretta - il 75 per cento dei pazienti ha chiamato per un malore, il 6,08 per cento per un incidente e moltissimi per le cadute, cioè il 12,31 per cento. Gli infortuni sono stati il 2,54 per cento, gli eventi violenti l’1,28. I codici rossi sono stati il 7 per cento, quelli gialli e verdi il 40. Da noi, a differenza che a Roma, i Pronto soccorso di Lodi e Codogno prendono velocemente in carico il malato, liberando il prima possibile i mezzi di soccorso. Le ambulanze in servizio per il 118 di giorno sono 6, ma se ne aggiungono altre 2 a gettone se servono. Di notte abbiamo i mezzi dei volontari. Le automediche sono due in servizio giorno e notte. A Sant’Angelo, invece, di giorno c’è l’auto infermieristica e di notte l’ambulanza con l’infermiere a bordo. Il nostro personale è attualmente impegnato in un corso di formazione per diventare sempre più competente e consentire una migliore integrazione tra 118 e Pronto soccorso».

Cristina Vercellone

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