Ex amministratore di condominio prosciolto dopo 24 udienze
Era accusato di avere fatto “sparire” 500mila euro: per lui è scattata la prescrizione
C’erano interi palazzi di Lodi che erano rimasti al freddo perché non risultava pagato il combustibile per il riscaldamento centralizzato, alcuni condòmini si erano trovati costretti a pagare per due volte le spese e qualcuno aveva preferito mettere al più presto in vendita l’appartamento perché temeva di non riuscire più a sostenere quei costi, le rate vecchie e quelle nuove assieme. La vicenda dei “soldi spariti” dai conti di una dozzina di condominii di Lodi per l’accusa almeno 500mila euro - era sulla bocca di tutti tra il 2011 e il 2012, ma ieri il tribunale ha dovuto gettare la spugna perché oggettivamente è passato troppo tempo dai fatti perché si possa pronunciare una sentenza che sia di assoluzione o di condanna. A processo era finito l’amministratore di allora, F.V., 59 anni, che aveva uno studio affermato in centro città e ben considerato. Per lui, svariate imputazioni di appropriazione indebita. Le numerose querele, anche se il nome indicato era sempre lo stesso e anche i fatti ipotizzati molto simili, erano finite, per chissà quale motivo, in tre fascicoli d’indagine distinti, e per arrivare alla riunificazione in un processo unico era stato necessario arrivare al giugno del 2016, quando finalmente si era aperto il dibattimento, con i primi testimoni. Secondo il difensore Gianluca Maglio non ci sarebbe stata alcuna evidenza che l’amministratore avesse usato soldi per sè: i problemi sarebbero cominciati con una serie di “bollette pazze” che avevano creato crisi di liquidità nell’una o nell’altra gestione condominiale. Gli amministratori subentrati a F.V. - che nell’autunno del 2012 aveva lasciato qualsiasi incarico - avevano evidenziato bonifici da un condominio all’altro e anche prelievi in contanti - che la difesa giustifica con il pagamento di bollette arretrate - , e non erano mancate cause civili dei residenti di un palazzo contro quelli di un altro per cercare di riavere quelle somme.
Prima dell’udienza di ieri, quando il giudice ha pronunciato la sentenza di proscioglimento per prescrizione, il processo aveva impegnato il tribunale di Lodi per altre 23 volte e, come se non bastasse, anche problemi di Covid avevano comportato ulteriori ritardi. Fino alla penultima udienza sembrava che comunque la prescrizione fosse lontana, dato che a F.V. era addebitata la recidiva specifica e infraquinquennale, che alzando la possibile pena avrebbe aumentato anche i tempi di prescrizione. Ma il difensore ha evidenziato che era un errore: in realtà l’ex amministratore aveva solo una vecchia condanna per fatti di altro genere e antecedente addirittura al 1997. E quindi per la prescrizione continua a valere la regola dei sette anni e mezzo dalla data dei reati.
Con la prescrizione nulla è dovuto alle parti civili, con almeno 5 condominii che volevano chiedere un risarcimento. Dovranno eventualmente fare causa all’ex amministratore che risulta si fosse occupato, dopo aver lasciato il suo lavoro, di aspetti gestionali di un centro di accoglienza profughi a San Martino.
© RIPRODUZIONE RISERVATA