Ferragosto a Lodi, un giorno lento per ritrovare la bella estate
Tra aree cani vuote, supermercati aperti e lodigiani a zonzo, ogni tanto è anche bello annoiarsi
La sveglia del 15 agosto arriva con il suono delle campane. Faccio finta di niente, ma suonano più del solito, come se suonassero a festa, e obbligano ad aprire gli occhi. “Agosto è il mese più violento” scrive la poetessa, e io non sono sudato.
Il risveglio
Prima nota saliente della giornata: non fa così caldo come nei giorni scorsi. Il Ferragosto si prospetta più fresco, e addirittura ventilato, una bella tregua dopo settimane di afa e di scienziati che snocciolano dati per cui nel mondo stiamo assistendo all’estate più calda di sempre.
Ma prima di alzarmi, uno sguardo al cellulare. Sul gruppo whatsapp della famiglia tutti fanno gli auguri alla mia mamma, che di nome fa Maria, e da over 30 appena sveglio mi ci vogliono alcuni istanti per collegare le cose: le campane, Maria, la festa dell’Assunta, ovvio!
Che poi mia madre non festeggia questa Maria qui, come onomastico, ma un’altra in settembre, ha detto, però gli auguri sono sempre belli.
Una mattina al parco
Nel frattempo si sveglia anche il cane: non è particolarmente mattiniero, ma quando si sveglia, nei giorni di festa, reclama le dovute attenzioni, e quindi in un batter d’occhio siamo fuori. Il solito bar è chiuso, il caffè lo prenderemo più tardi, i soliti negozi sono chiusi, e di lodigiani in giro se ne vedono pochetti. Una donna in bicicletta si ferma in piazza: cerca una gioielleria aperta e non sembra troppo consapevole di dove si trovi.
La mandiamo verso corso Roma, con poche speranze, e proseguiamo verso l’Isola Carolina, direzione area cani. Il setter tira, tira come un matto, ma prima facciamo una tappa nell’area gioco dei bambini. Un amico è lì con il figlioletto duenne che si arrampica sugli scivoli e costruisce le prime relazioni con i coetanei. In effetti c’è un bel gruppetto di mamme e papà che fanno giocare i piccoletti e chiacchierano all’ombra degli alberi. Tra l’altro, qua e là, qualche ramo di quegli alberi è rovinato a terra con il temporale e se ne sta ancora lì come un monito dell’estate calda e un po’ bizzarra che stiamo vivendo.
Tolto il gruppetto di genitori e figli, comunque, il parco non è così affollato e, per la disperazione del mio povero cagnetto, di compagni a quattro zampe non se ne vedono. Lui prende la cosa con filosofia, inizia a correre avanti e indietro e a fiutare piste sconosciute, io noto che la panchina accanto all’ingresso è vittima, anche lei, di un albero caduto. Avvolta nel nastro segnaletico, attende di essere rimessa in sesto. Poco male, era quella più soleggiata che, d’estate, non utilizzava quasi nessuno, ma va detto: messa così sta proprio male.
Lodigiani e no
Annoiati dall’area cani vuota, prendiamo la macchina per andare a pranzo dai genitori (memo: fare gli auguri alla mamma per l’Assunta, anche se lei festeggia un’altra Madonna). Passandoci davanti, vedo un supermercato aperto.
Ferragosto è sempre il momento buono per la solita polemica sui supermercati che restano aperti. Serve per ravvivare un po’ i social e coinvolgere nelle discussioni online anche quelli che non si intendono di guerre e geopolitica. Giusta o sbagliata l’apertura ferragostana, sembra che una buona parte dei lodigiani ne approfitti: nel parcheggio le automobili ci sono, e anche qualcuno in galleria a prendere il fresco dell’aria condizionata. Nel frattempo, qualche non lodigiano ne approfitta per visitare la nostra città, ma non possiamo certo parlare di un’invasione. Ho controllato il registro dei visitatori dell’Incoronata. Sorprendente: negli ultimi giorni hanno firmato persone venute dall’India, da Cuneo, da Oxford e persino da Merlino.
Altri musei o attrazioni aperte non me ne risultano, ma mi sono preso la briga di guardare i dati delle presenze turistiche. L’Istat ha una sezione intitolata “Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi”: nel 2023, agosto era il mese in cui a Lodi è arrivata meno gente (4.159 persone). Sembra evidente che i visitatori, ad agosto, prediligano altre mete.
Un pomeriggio al mercato
Anch’io, a dire il vero, ho prediletto altre mete. Nel pomeriggio, sono stato al mercatino di Castelleone. Roba vintage, antica, espositori, oggetti di tutti i generi, tipo un cronografo da tasca che misurava i trenta secondi, tre maglioni coloratissimi di Missoni, una macchinina costruita nella zona americana della Germania dell’immediato dopoguerra. Alla fine non ho comprato niente.
Intanto, a Lodi, i lodigiani si riversavano in centro come degli animali crepuscolari pronti a uscire quando il sole diventa meno feroce. I bar della piazza si animavano con il classico vociare lodigiano, e diventava difficile trovare posto per un aperitivo ai tavolini. Difficile ma non impossibile, infatti abbiamo conquistato uno spazio con degli amici (che poi erano quello che faceva giocare il bambino all’Isola Carolina e sua moglie) e abbiamo pensato pure di condividere una pizza. Ecco, sulla pizza è arrivata la nota dolente. Perché, a quanto pare, di locali aperti dove mangiare a Lodi (e dove mangiare una pizza senza glutine, peraltro) non ce n’erano così tanti. Sicuramente ne avrò scordato qualcuno che era aperto e faceva cene stupende: mi dispiace, non l’ho fatto apposta. Fatto sta che siamo finiti a Codogno e non è stato comunque male.
Si chiude l’estate?
Qualcuno vede nel Ferragosto il culmine dell’estate, e già in serata inizia ad essere triste perché nota che le giornate si accorciano, le zanzare stanno per andare in pensione e i supermercati sono pieni di materiale scolastico. Qualcuno si sente depresso nel passare il Ferragosto a Lodi, quasi che stesse sprecando l’opportunità di godersela da qualche parte; una mia amica ha postato una foto grigissima di pioggia battente in un’isola delle Baleari, e mi ha scritto: “Forse stai meglio tu”. In effetti, io che pure sono facile alla tristezza, questa “noia della vita di provincia” (così la chiama il famoso scrittore greco), per un giorno, l’ho persino un po’ apprezzata.
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